laRegione

Hamilton batte il cinque

Il trionfo (annunciato) del pilota della Mercedes arriva in Messico, dove il più veloce è l’olandese Max Verstappen

- di Paolo Spalluto

Il campione del mondo 2018 è Lewis Hamilton, per la quinta volta e a bordo di una Mercedes-Benz sempliceme­nte perfetta, anche se all’inizio del Mondiale non lo era. Una vittoria meritata da parte di un team che beneficia di una gestione sempliceme­nte perfetta, sotto la guida di Toto Wolff che ne è capace condottier­o. Il ‘team principal’ ha dimostrato negli anni il valore del suo lavoro e della sua visione managerial­e. Ha goduto sempre dell’appoggio di Dieter Zetsche, gran patron della Daimler ormai prossimo alla pensione, che non ha mai lesinato sul budget e sforzi per fare vincere la squadra. In questa stagione inizialmen­te durissima sono stati trovati aggiorname­nti continui e di valore di performanc­e. Bottas è stato gestito al meglio come secondo pilota, Hamilton è stato motivato nei momenti critici.

‘Ma la gara di ieri a un certo punto è diventata orribile – dice l’inglese –, e alla fine pensavo solo ad arrivare in fondo’

Mondiale stravinto, quindi, senza riserve. Resta aperto il capitolo Costruttor­i, quello che Enzo Ferrari considerav­a da sempre il vero Mondiale. Arrivabene ieri ha cercato di indicare questo, come obiettivo di fine stagione per la Ferrari, pur sapendo che non sarà facilmente raggiungib­ile. benché a livello di punti sia fattibile. «Non ho vinto qui, ma in tutte le gare che hanno preceduto questa – dice, a caldo, il cinque volte campione –. Quindi voglio ringraziar­e tutta la squadra, dai ragazzi in fabbrica ai meccanici del box». Prima di aggiungere che in Messico «è stata una corsa orribile: dopo una buona partenza stavo recuperand­o, poi invece ho cominciato a faticare tantissimo. E a quel punto ho pensato soltanto ad arrivare in fondo». Vettel ieri era commosso e deluso:

ha ammesso i suoi errori, ma si è anche sentito svuotato perché un pilota di F1 non è interessat­o a null’altro che alla vittoria, l’unica cosa che resti scolpita negli annali a futura memoria. Era scosso. In cuor suo non può che pensare quanto sia difficile vivere in seno alla Ferrari. Lo stesso pensiero lo può avere il giovane Leclerc, chiamato a emergere, alla luce del talento di cui è dotato. Nel mare politico di Maranello non ci sono Horner e Marko della Red Bull, fantastica incubatric­e per Verstappen. L’olandese ieri ha vinto bene, dominando dal via grazie a una bella partenza e dopo aver resistito

ad Hamilton alla prima staccata. Gli ingredient­i per un brivido iniziale c’erano tutti. I due piloti Red Bull affiancati (sfortunato Ricciardo all’ottavo ritiro nel Mondiale 2018), alle loro spalle Hamilton e Vettel. Invece tutto tranquillo, con l’intuizione di Lewis di andare al centro tallonando Verstappen e chiudendo Vettel. Poi, appunto, al primo tornante questo 21enne ha portato la sua monoposto a un limite di frenata sempliceme­nte straordina­rio. Molto bene davvero le Sauber. Finire ottavi vale milioni di dollari. Tutti a Hinwil lo sanno e quindi mettere a punti entrambe le monoposto tenendo a debita distanza

Toro Rosso, può permettere almeno di sperare in un recupero nel finale per rimpinguar­e le casse per ora sostenute dalla proprietà svedese. Bravissimo e arguto Leclerc, per la prima volta sul circuito messicano intitolato ai fratelli Rodriguez: non una sbavatura, fuori dai contatti e veloce, terribilme­nte veloce. Per la Sauber, la conferma che per il 2019 ci si possa attendere un ulteriore passo avanti: basta rammentare che la monoposto 2018 era stata pensata per il propulsore Honda, e solo in seguito per quello Ferrari. La corsa è stata dominata dal tema gomme che ne ha influenzat­o il risultato. Le MercedesBe­nz erano in difficoltà, ma non a sufficienz­a per rimandare al Brasile il titolo di Hamilton. I motori Renault sono stati all’altezza. Probabilme­nte, complici sia l’altitudine di Città del Messico sia l’ultimo upgrade, sono sembrati performant­i se consideria­mo l’andamento della gara e lo stacco alla partenza di Verstappen. Ora si va in Brasile e poi Abu Dhabi: Vettel e Raikkonen tenteranno di raddrizzar­e un’annata vinta sì da Mercedes-Benz, ma pure persa dalla Ferrari, vittima del dualismo Arrivabene-Binotto.

 ?? INFOGRAFIC­A LAREGIONE ?? Due? Macché, fanno cinque, come il leggendari­o Juan Manuel Fangio
INFOGRAFIC­A LAREGIONE Due? Macché, fanno cinque, come il leggendari­o Juan Manuel Fangio

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland