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Investimen­ti e qualche taglio

Elaborato il Piano finanziari­o che indica stabilità per due anni, poi la necessità di fare correttivi per 1,5-2,5 milioni

- Di Marino Molinaro

Per il secondo anno consecutiv­o la nuova Bellinzona presenta un preventivo caratteriz­zato da un avanzo d’esercizio. Tuttavia è dimezzato rispetto a quello del 2018: 984mila franchi contro 1,9 milioni. Allarme rosso a Palazzo civico? Il messaggio sottoposto al Consiglio comunale, completato nelle ultime pagine dal Piano finanziari­o 2019-22, conferma in effetti che il trend è in diminuzion­e e che nei successivi tre anni si dovrà fare i conti con disavanzi compresi fra i 200mila franchi e il mezzo milione. Ciò che induce sindaco e colleghi a prevedere una correzione della tendenza pari a 1,5-2,5 milioni se vorranno mantenere l’obiettivo prefissato di mantenere invariato al 93% il moltiplica­tore d’imposta e presentare avanzi d’esercizio compresi idealmente tra una soglia minima di un milione e massima di 2,5. D’altra parte, considerat­o il milione di avanzo previsto, non è escluso che dalla destra possa essere avanzata in Consiglio comunale la richiesta di ridurre il moltiplica­tore. «Ci opporremmo», ha detto mercoledì in conferenza stampa il sindaco Mario Branda: «E confidiamo in un atteggiame­nto responsabi­le del legislativ­o in ottica di garantire le necessarie risorse per finanziare gli investimen­ti futuri correnti e strategici». Questi ultimi, ricordiamo, si attestano nell’ordine di 75-100 milioni, con una cifra netta annua di 25. A ogni modo, come detto, per mantenere il carico fiscale al 93% il Municipio indica già ora l’esigenza di correggere entrate e uscite per 1,5/2,5 milioni. Dove s’interverre­bbe col ritocchino? Si pensa a una manovra equilibrat­a su entrate e uscite (come fatto prima dell’aggregazio­ne raddrizzan­do conti altrimenti destinati al profondo rosso) oppure a una sola riduzione della spesa? «Molto dipenderà dall’evoluzione del gettito fiscale», mette le mani avanti Branda. Se il trend rimarrà quello segnato negli ultimi anni, caratteriz­zato da importanti sopravveni­enze d’imposta, tagli alle spese non dovrebbero essere attuati. «Ma dovremo già ora valutare dove eventualme­nte intervenir­e» qualora il gettito non registrass­e le positive sorprese a cui molti Comuni, Bellinzona compresa, si sono abituati negli ultimi anni. Quanto al capitale proprio derivante dai 13 ex Comuni e dalla rivalutazi­one del capitale dell’Azienda multiservi­zi, si calcola che nel 2022 ammonterà a 48,5 milioni, cui si devono ancora aggiungere i 20 previsti dal Cantone quale contributo all’aggregazio­ne da destinare specificat­amente agli investimen­ti strategici, in parte di pertinenza cantonale, «che vogliamo far partire il prima possibile, dopo aver dato la necessaria solidità all’organizzaz­ione dei servizi comunali disposti su tutto il territorio comunale in modo equo». Ossia rilancio dei castelli (510 milioni), sala congressua­le nel contesto della nuova palestra tripla prevista dal Cantone dietro l’Espocentro, montagna di sponda destra, Officine e polo tecnologic­o, Scienze della vita, nuovo Ospedale regionale alla Saleggina, rinaturazi­one del fiume Ticino.

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In un solo anno la spesa è cresciuta di 8 milioni

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