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I migranti cambiano rotta

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Ginevra – Cambia la rotta, ma non ciò che li attende: nei primi dieci mesi del 2018, i migranti morti nel Mediterran­eo (quelli di cui si ha certezza) sono stati 1’987. Lo ha reso noto l’Organizzaz­ione mondiale per le migrazioni (Oim) nel suo ultimo rapporto, confermand­o che le rotte dal Nord Africa verso l’Europa si sono spostate verso la Spagna (complice la guerra dichiarata ai migranti dal governo italiano), dove nel solo mese di ottobre sono sbarcati in diecimila, segnando il record degli ultimi cinque anni.

A fine ottobre gli sbarchi via mare in Europa sono stati 97’857 di cui il 48% in Spagna, comunque un numero di gran lunga inferiore a quello degli ultimi anni. Nel solo ottobre del 2015, gli arrivi via mare in Grecia e Italia toccarono i 211mila. Anche il numero dei morti è calato (nello stesso lasso di tempo nel 2017 furono 2’844; e oltre quattromil­a nel 2016); ma meno di quello delle persone che tentano la traversata. Nei primi 10 mesi di quest’anno in Italia si sono registrati 22’027 arrivi, in netto calo rispetto ai 111’244 dello stesso periodo dell’anno scorso. E questo spiega perché la Spagna è divenuta la principale destinazio­ne.

Dagli inizi del 2018 il Paese ha registrato un aumento ininterrot­to dei flussi, come non accade sulle altre rotte migratorie del Mediterran­eo centrale e orientale. In parte per effetto dell’accordo Ue-Turchia, in parte per la “deterrenza” messa in campo dall’Italia di Matteo Salvini. Il quale può anche vantare una decisione di archiviazi­one dell’accusa di sequestro, che gli era stata inoltrata per avere negato lo sbarco ai migranti trattenuti a forza a bordo della nave Diciotti (giuridicam­ente territorio italiano). Un compiacent­e procurator­e ha stabilito che quella di Salvini fu una “scelta politica insindacab­ile”. Perché la legge è uguale per tutti, ma Salvini conta di più.

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KEYSTONE Mediterran­eo

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