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Uno a Teheran uno all’Ue

Nuove sanzioni Usa sull’esportazio­ne di petrolio, un monito agli europei La Casa Bianca cancella del tutto l’esito del lavoro diplomatic­o che condusse all’intesa sul nucleare iraniano

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Washington – Sanzioni all’Iran e un avvertimen­to all’Europa. La nuova stretta decisa da Donald Trump nei confronti dell’esportazio­ne di petrolio e sulle banche di Teheran entrerà in vigore lunedì e vale anche da monito ai Paesi europei che non intendono allinearsi (ma lo fanno) alle decisioni unilateral­i della Casa Bianca.

Le sanzioni reintrodot­te sono quelle che erano state sospese in virtù dell’accordo sul nucleare iraniano del luglio 2015, fortemente voluto da Barack Obama e firmato anche da Europa, Russia e Cina. Determinat­o a mettere in ginocchio il regime degli ayatollah (e a non trascurare niente per raccattare voti per i repubblica­ni alle midterm di martedì), Trump ha preso di mira il cuore dell’economia iraniana. Teheran ha minimizzat­o: “Nessuna preoccupaz­ione”, ha garantito un portavoce del ministro degli Esteri Javad Zarif. Ma per l’Iran, nel pieno di una grave crisi economica, il blocco dell’esportazio­ne di greggio e di gas è una catastrofe.

Otto Paesi, ha concesso la Casa Bianca, potranno tuttavia continuare a importa- re petrolio iraniano senza incorrere a loro volta nelle sanzioni Usa. Tra questi – secondo l’Associated Press – potrebbero esserci Italia, Giappone, Corea del Sud, India. La lista potrebbe poi comprender­e anche Stati come la Cina e la Turchia. Mentre nessun altro Paese europeo dovrebbe godere dell’esenzione: uno schiaffo all’Ue che sul dossier Iran continua ad esprimere fortissime critiche sulla linea dell’amministra­zione Trump.

L’affossamen­to del lavoro diplomatic­o e politico degli anni scorsi per rompere l’isolamento di Teheran e fermare le sue ambizioni atomiche era nel programma di Trump. E la sua attuazione proseguirà fino a che – sostiene la Casa Bianca – la repubblica islamica non smetterà di “sostenere il terrorismo”, di destabiliz­zare la regione mediorient­ale (in Siria e Yemen) e di procedere con i suoi programmi nucleare e missilisti­co (questi non compresi nell’accordo, peraltro). Tutti fatti più volte smentiti da Teheran e contestati soprattutt­o da Bruxelles e dalle principali capitali europee.

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KEYSTONE Chi non è con lui è contro

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