L’economia tira la volata delle midterm a Trump
Washington – Non va tutto male: a quattro giorni dal voto di midterm Donald Trump può esibire risultati economici da fare invidia: 250mila nuovi posti di lavoro in ottobre (posti della durata anche di sole poche settimane) e una disoccupazione al 3,7%, mai così bassa da 49 anni. Una tendenza che precede l’elezione di Trump, ma alla quale il presidente può assommare un aumento medio dei salari del 3,1%. Non avveniva dal 2009, dall’inizio della grande crisi. E negli ultimi comizi prima dell’apertura dei seggi, una ripresa che si faccia sentire nelle buste paga dei lavoratori vale oro. Infatti Trump ha accantonato per un giorno la solfa dell’invasione di migranti, per esaltare i “numeri incredibili” della propria politica economica. Tanto che ai democratici (pur in vantaggio nelle intenzioni di voto) non resta che aggrapparsi alla boa di Barack Obama. L’ex presidente si è impegnato di persona a sostenere il partito nel tentativo di riprendere il controllo del Congresso, ma anche a difendere la propria eredità politica. Arrivando ad attaccare come non aveva mai fatto prima Trump: “Mente e si inventa le cose, e non ha alcuna compassione per i migranti. Questa non è l’America. Siamo a un bivio, e la posta in gioco è altissima. Le conseguenze del voto possono essere pericolose per il Paese”.
Intanto un colpo basso a Trump è arrivato dal presidente della Fed Jerome Powell, per il quale fermare i flussi migratori può solo danneggiare l’economia americana, rallentando la ripresa e la crescita dell’occupazione.