Una beata in famiglia
Non capita a tutti di ritrovarsi in... casa una beata. Al dottor Gian Michele Merloni, titolare a Chiasso di una farmacia, è successo. Una cugina, madre Clelia Merloni (10 marzo 1861 - 21 novembre 1930), sarà beatificata quest’oggi nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Un evento straordinario per una famiglia che, attraverso il ramo dei Magistretti, ha legami anche con il Canton Ticino (e in particolare il lago di Lugano). «Ci stiamo preparando per la trasferta romana», ci aveva detto il dottor Merloni nei giorni scorsi, quando l’abbiamo incontrato in vista della cerimonia. Impensabile, del resto, mancare a un tale appuntamento, per di più con una beata moderna nella sua missione. «Le sue attenzioni – ci ha spiegato il dottor Merloni, mostrandoci le note storiche su madre Clelia – erano in particolare per i bambini, i bisognosi e i migranti». Per dare loro assistenza, nel 1894 con due compagne madre Clelia, che ha i suoi natali a Forlì, fonda a Viareggio la congregazione delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù. Un passo a cui giunge, lei che ha preso i voti due anni prima, dopo essere sopravvissuta alla tubercolosi. Oggi la sua istituzione è più che una realtà: è presente in 14 Paesi e conta 1’200 membri. Un’opera quella di questa cugina speciale, che, come ci ha fatto capire il dottor Merloni, merita di essere conosciuta. Il processo di beatificazione è stato aperto nel giugno del 1990 e nel dicembre del 2016 papa Francesco ha firmato il decreto per il riconoscimento dell’eroicità delle virtù, dichiarandola Venerabile. A madre Clelia, del resto, è attribuito anche un miracolo: risale al 1957, quando per sua intercessione un medico brasiliano è guarito da un male incurabile. Sulla storia di questa nuova beata è già stato scritto un libro dal titolo ‘Come un chicco di grano’, firmato dal giornalista dell’‘Osservatore Romano’ Nicola Gori.