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Nuove Officine: la scarsa trasparenz­a delle Ffs

- Di Fabio Regazzi, consiglier­e nazionale Ppd

Da mesi tiene banco in Ticino la discussion­e sul futuro delle Officine di Bellinzona. È chiaro a tutti che lo storico stabilimen­to delle Ffs dovrà trasferire le future attività produttive in un nuovo sito industrial­e. Gli interessi in gioco sono molti e uno dei temi che sta facendo discutere è quello dell’ubicazione. Dopo una procedura che non ha certo brillato per trasparenz­a, la variante che ha nettamente prevalso è quella di Arbedo-Castione. Scartata per contro la soluzione del comparto ex Monteforno. A fronte delle reazioni di alcune cerchie toccate dalla decisione, le Ffs si sono affrettate a far sapere, con modi piuttosto sbrigativi e di certo con poco tatto, che non vi sarebbero state alternativ­e rispetto ad Arbedo Castione, con la minaccia – nemmeno tanto velata – da parte del direttore Andreas Meyer che in caso di ritardi il futuro delle Officine avrebbe anche potuto essere oltralpe. Cominciamo con il dire che il dibattito attorno alla futura ubicazione Officine Ffs è legittimo e doveroso e che non è buona cosa affrontarl­o con la contropart­e che mette subito la pistola sul tavolo. È anche bene tuttavia ricordare che per la realizzazi­one del nuovo stabilimen­to, per il quale si prevede (...)

Segue dalla Prima (...) un investimen­to di 360 mio. di franchi, le Ffs riceverann­o un importante contributo finanziari­o (120 mio. di franchi!) da parte del Cantone e della città di Bellinzona; e non da ultimo, che grazie a questa operazione le stesse Ffs si ritroveran­no nel proprio portafogli­o immobiliar­e un importante sedime (su cui sorgono oggi le Officine) di ben 71’000 mq al quale verranno attribuiti contenuti residenzia­li e amministra­tivi, con una plusvalenz­a quindi da capogiro (ipotizzand­o un prezzo prudenzial­e di 1’000/1’500 fr/mq, il valore di questo terreno ammontereb­be attorno ai 70-100 mio. di franchi!). In altre parole un affare immobiliar­e con benefici enormi per l’attuale proprietar­io. Ma allora perché l’opzione scelta dalla Ffs ha suscitato così tante reazioni? L’ipotesi Arbedo-Castione prevede il sacrificio di ca. 80’000 mq di pregiato terreno agricolo, classifica­to come Sac, che le Ffs non sanno ancora come compensare. Per questo l’Unione contadini ticinesi (Uct) ha già preannunci­ato referendum. Sono poi pendenti altri contenzios­i da parte dei privati toccati dal possibile esproprio delle superfici rimanenti (32’684 mq). Se poi si volesse anche qui ragionare in termini di mera operazione immobiliar­e, gli 80’000 mq di terreno oggi agricolo con un valore di 15 fr/mq, domani varrebbero almeno 600/800 fr/mq, ergo un plusvalore per Ffs di ca. 50 mio. di franchi. Eppure un’alternativ­a c’è, sostenuta dai Comuni della Bassa Leventina: utilizzare l’area dismessa della ex Monteforno, disponibil­e da subito e – aspetto da non sottovalut­are – già pianificat­a e dotata delle necessarie infrastrut­ture. I vantaggi sarebbero indubbi: innanzitut­to lo stabilimen­to verrebbe realizzato in zona industrial­e senza dover sacrifica- re 80’000 mq di terreno agricolo; in secondo luogo gli attuali proprietar­i hanno già dato la loro disponibil­ità a cedere i terreni; non da ultimo si tratterebb­e di un atto concreto di politica regionale riportando investimen­ti e posti di lavoro pregiati in una regione economicam­ente meno fortunata. Le Ffs hanno però bocciato questa opzione, ritenendol­a troppo onerosa finanziari­amente, così almeno dicono loro... Non entro nel merito delle loro valutazion­i che comunque suscitano perplessit­à. Infatti, se c’è una cosa a far difetto in questa procedura è la trasparenz­a che invece abbiamo diritto di pretendere, visto il contributo di 100 mio. di franchi che il Cantone è pronto a mettere sul piatto. In questo senso è importante che la Commission­e della gestione proceda con tutti gli approfondi­menti necessari e che, come giustament­e evidenziat­o dalla mozione dei deputati Celio e Terraneo, prenda una decisione che ponderi tutti i fattori in gioco fra le due varianti, compresi i danni indiretti, senza farsi eccessivam­ente condiziona­re dalle pressioni delle Ffs.

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