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Brexit, verso temporanea unione doganale

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Londra – Per chiudere un accordo sulla Brexit fra Londra e Bruxelles, se accordo vi sarà, restano al massimo tre settimane. Ma per ora sulla scena ci sono soltanto illazioni. Come quella evocata dal Sunday Times di Murdoch d’una possibile intesa segreta ormai raggiunta dietro le quinte fra Theresa May e i leader Ue per un patto di divorzio non troppo hard. L’indiscrezi­one arriva da fonti, anonime, sia britannich­e sia europee. E nessuno può escludere che stavolta sia quella buona, anche se mancano conferme ufficiali. Stando al Times, la quadratura del cerchio potrebbe consistere in una permanenza temporanea dell’intera Gran Bretagna nell’unione doganale, come soluzione per garantire il mantenimen­to d’un confine senza barriere fra Irlanda del Nord e Irlanda, ma pure evitare una diversità di status rispetto all’Ue fra la stessa Irlanda del Nord e il resto del Regno. Se confermata, si tratterebb­e di una concession­e al governo May, in grado di allentare l’intricato nodo irlandese senza ricorrere al cosiddetto ‘backstop’: il meccanismo di salvaguard­ia preteso finora da Bruxelles per conservare inalterata la frontiera aperta fra Belfast e Dublino anche in mancanza di un successivo accordo generale con Londra sulle relazioni future destinato a essere negoziato più avanti, entro il termine del periodo di transizion­e già delineato fino al 31 dicembre 2020. Non solo. Per facilitare le cose alla premier Tory sulla trincea interna, e consentirl­e di provare a tenere a bada la prevedibil­e ribellione dei ‘brexiteers’ ultrà in seno al suo partito, l’intesa conterrebb­e anche un’esplicita ‘clausola d’uscita’ da questo legame doganale temporaneo: un diritto di recesso esercitabi­le dai britannici in ogni momento e tale da allontanar­e l’ombra di un regime sulla carta transitori­o, ma di fatto ‘sine die’ fino al raggiungim­ento dell’accordo definitivo sulle relazioni future. Sia come sia, l’entourage di Theresa May frena. E liquida l’intero scenario con la parola ‘speculatio­n’, pur aggiungend­o che gli ultimi contatti negoziali con Michel Barnier sono andati “bene”. Tanto le ‘rivelazion­i’, quanto le (mezze) smentite vanno prese con le molle in attesa d’un annuncio formale con la firma di entrambe le parti. In particolar­e da Londra, dove la premier non può non continuare a barcamenar­si sul filo d’una maggioranz­a parlamenta­re risicata.

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Theresa May

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