Il fango uccide due famiglie
Maltempo in Sicilia fa 12 morti. Fiume straripa e sommerge abitazione abusiva a Casteldaccia Fiumi esondati, case e auto travolte, ma anche ordini di demolizione non realizzati. In Sicilia è polemica per i troppi immobili abusivi e i dissesti idrogeologi
Palermo – Piove: dodici morti, un disperso. Numeri inaccettabili, non certo dettati dalla fatalità: le due famiglie (nove persone, compresi due bimbi e un adolescente) rimaste intrappolate dentro una villetta di Casteldaccia, una delle aree più cementificate del Palermitano, era stata costruita abusivamente a due passi dal torrente Milicia, non nuovo a esondazioni. Una coppia – lei tedesca, lui siciliano – ha perso la vita nell’Agrigentino, a Cammarata, dove negli anni si è costruito fino ad annullare la linea di confine con il vicino comune di San Giovanni Gemini, anch’esso inarrestabile nell’avanzata cementizia. Si muore anche nell’entroterra del Palermitano, a Vicari, nei paraggi di una delle strade più disastrate della Sicilia, la PalermoAgrigento. Lì la furia dell’acqua ha sbalzato fuori dalla sua Jeep un uomo di 44 anni, che è stato trovato incastrato sotto un guardrail. Disperso un medico di 40 anni, Giuseppe Liotta, che da Palermo stava andando in macchina (ritrovata a valle della strada) all’ospedale di Corleone dove lavorava. I morti della Sicilia si aggiungono alle altre 18 vittime che il maltempo ha fatto in una settimana nel Paese. Ed il bilancio complessivo è di 30 vittime. Il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, che come il premier Giuseppe Conte ha sorvolato l’area di Casteldaccia, parla di “disastro totale”. Mentre il capo del governo arrivava in Sicilia annunciando interventi per un miliardo sul territorio nazionale contro il dissesto del territorio e un decreto per lo stato d’emergenza in più regioni. La scettica Sicilia stava facendo il callo ai ripetuti allarmi meteo che si susseguono in modo sempre più ravvicinato, seguiti dalle solite scene di auto impantanate nei sottopassaggi, come accade con disarmante normalità a Palermo, ormai da anni. Ma sabato si erano avuti segnali di una certa gravità: la Palermo-Agrigento era interrotta in più punti e anche la linea ferrata era rimasta bloccata per ore a causa di una frana. La terra aveva smesso di assorbire acqua, che nelle dighe è così torbida da non consentire il filtraggio ai potabilizzatori: in parte delle province di Caltanissetta e Agrigento i rubinetti sono a secco ora che piove tanto, come lo sono nella stagione calda per la ragione opposta. Il conto di un’era di incuria sembra arrivato tutto in una volta, con la furia dell’acqua che ha trascinato via tante vite.