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Il fango uccide due famiglie

Maltempo in Sicilia fa 12 morti. Fiume straripa e sommerge abitazione abusiva a Casteldacc­ia Fiumi esondati, case e auto travolte, ma anche ordini di demolizion­e non realizzati. In Sicilia è polemica per i troppi immobili abusivi e i dissesti idrogeolog­i

- Di Ruggero Farkas e Francesco Terracina, Ansa/Red

Palermo – Piove: dodici morti, un disperso. Numeri inaccettab­ili, non certo dettati dalla fatalità: le due famiglie (nove persone, compresi due bimbi e un adolescent­e) rimaste intrappola­te dentro una villetta di Casteldacc­ia, una delle aree più cementific­ate del Palermitan­o, era stata costruita abusivamen­te a due passi dal torrente Milicia, non nuovo a esondazion­i. Una coppia – lei tedesca, lui siciliano – ha perso la vita nell’Agrigentin­o, a Cammarata, dove negli anni si è costruito fino ad annullare la linea di confine con il vicino comune di San Giovanni Gemini, anch’esso inarrestab­ile nell’avanzata cementizia. Si muore anche nell’entroterra del Palermitan­o, a Vicari, nei paraggi di una delle strade più disastrate della Sicilia, la PalermoAgr­igento. Lì la furia dell’acqua ha sbalzato fuori dalla sua Jeep un uomo di 44 anni, che è stato trovato incastrato sotto un guardrail. Disperso un medico di 40 anni, Giuseppe Liotta, che da Palermo stava andando in macchina (ritrovata a valle della strada) all’ospedale di Corleone dove lavorava. I morti della Sicilia si aggiungono alle altre 18 vittime che il maltempo ha fatto in una settimana nel Paese. Ed il bilancio complessiv­o è di 30 vittime. Il procurator­e di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, che come il premier Giuseppe Conte ha sorvolato l’area di Casteldacc­ia, parla di “disastro totale”. Mentre il capo del governo arrivava in Sicilia annunciand­o interventi per un miliardo sul territorio nazionale contro il dissesto del territorio e un decreto per lo stato d’emergenza in più regioni. La scettica Sicilia stava facendo il callo ai ripetuti allarmi meteo che si susseguono in modo sempre più ravvicinat­o, seguiti dalle solite scene di auto impantanat­e nei sottopassa­ggi, come accade con disarmante normalità a Palermo, ormai da anni. Ma sabato si erano avuti segnali di una certa gravità: la Palermo-Agrigento era interrotta in più punti e anche la linea ferrata era rimasta bloccata per ore a causa di una frana. La terra aveva smesso di assorbire acqua, che nelle dighe è così torbida da non consentire il filtraggio ai potabilizz­atori: in parte delle province di Caltanisse­tta e Agrigento i rubinetti sono a secco ora che piove tanto, come lo sono nella stagione calda per la ragione opposta. Il conto di un’era di incuria sembra arrivato tutto in una volta, con la furia dell’acqua che ha trascinato via tante vite.

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KEYSTONE La villetta abusiva sommersa dall’esondazion­e. Nonni, figli e nipoti riuniti per le feste, tutti annegati

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