Abusiva come tanti immobili della zona
Abusiva come tanti immobili della zona, tutti edificati nell’alveo originario del fiume Milicia che la pioggia ha trasformato in una massa d’acqua impetuosa. E il fiume sabato si è ripreso il suo letto, allagando e travolgendo tutto quello che incontrava. L’acqua ha invaso l’abitazione e ucciso 9 persone. La villetta non era loro. Erano in affitto e la usavano per il weekend e per le vacanze. Nel 2008 il Comune di Casteldaccia, centro alle porte di Palermo, ne aveva disposto la demolizione: impensabile sanarla visti la distanza dal fiume Milicia e il vincolo di inedificabilità assoluta che grava sulla zona. I proprietari, però, hanno fatto ricorso al Tar contro l’abbattimento e l’edificio è rimasto in piedi. Per dieci anni. Una storia su cui i magistrati di Termini Imerese cercheranno di far luce.
7 milioni vivono in zone a rischio
Ad allarmare è il dissesto idrogeologico. Il premier Conte, dopo aver visitato la devastata Sicilia, ha annunciato lo stanziamento di un miliardo “per interventi di sicurezza del territorio, per salvaguardare le vite umane”. Secondo Legambiente, l’Italia è tra le prime nazioni al mondo per risarcimenti da maltempo: 61,5 miliardi di euro spesi dal 1992 al 2012 solo per i danni provocati da eventi estremi. Sono oltre 7 milioni, le persone che risiedono in zone a rischio idrogeologico per alluvioni (6 milioni) o frane (1 milione) che interessano il 91% dei comuni italiani. “Non è quindi un caso – spiega l’associazione – se l’Italia è tra i dieci Paesi più colpiti per alluvioni, siccità, tempeste, terremoti che hanno provocato perdite per 48,8 miliardi negli ultimi 20 anni”.