Verso la Lia 2.0 (forse)
Il referendum? «Sarebbe peccato perdere energie per una legge che comunque è incompatibile con il diritto superiore. Non è meglio piuttosto impiegarle per costruire qualcosa di nuovo? Che può funzionare?». Domande retoriche che si è posta la correlatrice di maggioranza Amanda Rückert ieri in serata, quando il parlamento ha iniziato la discussione sulla Legge sulle imprese artigianali, la Lia, con i rappresentanti dell’Unione delle Associazioni dell’edilizia (Uae) seduti in tribuna. Sono loro ad aver scritto ai deputati mettendo nero su bianco le critiche ai rapporti commissionali e la disponibilità a raccogliere le firme, qualora il parlamento decidesse oggi di abrogare la legge (vedi ‘laRegione’ di sabato). Su questa questione, stando ai relatori di maggioranza (con la leghista Rückert la democentrista Lara Filippini) e di minoranza (Maurizio Agustoni per il Ppd e Carlo Lepori per il Ps), non ci sono in verità tentennamenti: che sia una normativa nuova di pacca, oppure la versione corretta di quella attuale, della Lia così come la conosciamo non resterà più traccia. Almeno per tutti quegli articoli incompatibili – hanno stabilito i tribunali – con il diritto federale. Se il boccone per l’Uae sarà troppo indigesto, il capitolo Lia (1.0) è lungi dall’essere chiuso.