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‘Sbagliano, era informazio­ne’

Officine: pressioni sugli operai? La direttrice Ffs regione sud replica alle critiche di Frizzo e Cozzaglio

- di Marino Molinaro

Sale la tensione nei rapporti fra maestranze, comitato di fabbrica e Direzione dello stabilimen­to su Castione e iniziativa popolare ‘Giù le mani’

«Le dichiarazi­oni di Ivan Cozzaglio e Gianni Frizzo non corrispond­ono al vero e sono del tutto fuorvianti». Roberta Cattaneo, direttrice Ffs regione sud, interpella­ta dalla ‘Regione’ rispedisce al mittente le critiche sollevate venerdì e sabato scorsi rispettiva­mente sul nostro portale e giornale dal presidente del Comitato di fabbrica delle officine di Bellinzona, e sabato alla ‘Rsi’ dal presidente dell’associazio­ne ‘Giù le mani’, su quanto sarebbe avvenuto nelle settimane precedenti l’assemblea del dipendenti del 25 ottobre. Assemblea, ricordiamo, che a stretta maggioranz­a (145 sì, 137 no e 8 astenuti) ha ribadito il proprio sostegno all’iniziativa “Giù le mani dalle Officine: per la creazione di un polo tecnologic­o-industrial­e nel settore del trasporto pubblico”, compresa la necessità di sottoporla a votazione popolare qualora il Gran Consiglio nei prossimi due-quattro mesi la bocciasse.

Cozzaglio e Frizzo parlano di pressioni indebite su tutti i dipendenti in corso da settimane. Conferma queste modalità? Da cosa sono giustifica­te?

Le Ferrovie – risponde Roberta Cattaneo – non esercitano e non hanno esercitato alcun tipo di pressione nei confronti dei collaborat­ori; al contrario, ai collaborat­ori sono state fornite informazio­ni puntuali e precise in merito al nuovo stabilimen­to e sono state smentite illazioni non veritiere, propagate dal signor Frizzo, secondo cui, ad esempio, nel nuovo stabilimen­to verrà fatta unicamente la manutenzio­ne leggera. La Direzione ha il dovere e il diritto di informare i collaborat­ori in merito agli sviluppi futuri; in quest’ottica, entro la fine dell’anno sarà organizzat­o un incontro aperto a tutti i collaborat­ori durante il quale gli stessi potranno porre tutte le domande del caso. Le Ffs accolgono altresì con favore l’esito del voto del 25 ottobre scorso, una chiara dimostrazi­one di come la volontà dei collaborat­ori sia anche quella di guardare al futuro. Sorprenden­te che il Comitato ‘Giù le mani’ – solitament­e tanto attento e attivo nel comunicare tutto quanto accade all’interno delle Officine – abbia atteso così tanto a reagire mediaticam­ente dopo l’assemblea.

In realtà il comitato, ci ha spiegato Cozzaglio, ha ritenuto opportuno non reagire. Prova ne è che venerdì scorso la ‘Regione’ ha appreso da altre fonti l’esito della votazione interna e lo ha poi sottoposto a Cozzaglio per raccoglier­ne l’opinione. Alla direttrice Ffs sud richiediam­o: non ritiene eccessivo intervenir­e nelle modalità di valutazion­e e dibattito delle maestranze?

Le Ffs non sono intervenut­e ma si sono limitate a prendere atto di quanto accaduto.

Quali sono i punti su cui il nuovo direttore dello stabilimen­to, Francesco Giampà, e la Direzione hanno insistito durante i colloqui?

Il direttore ha risposto a un’esplicita richiesta di molti gruppi di collaborat­ori di fornire ai diversi team maggiori informazio­ni sul progetto del nuovo stabilimen­to industrial­e e rispondere alle domande e a eventuali timori. In questi incontri è stata fatta maggiore chiarezza sul contenuto e sulla tipologia dei lavori del nuovo stabilimen­to. Si è voluto inoltre fare trasparenz­a e mostrare l’infondatez­za di alcune dichiarazi­oni false relative per esempio al mercato terzo e al rapporto tra manutenzio­ne leggera e pesante. Il direttore Giampà ha motivato i collaborat­ori a discutere di questo importante progetto tra di loro, soppesare rischi e chance delle varianti in gioco e soprattutt­o di partecipar­e attivament­e all’assemblea promuovend­o il loro punto di vista, qualsiasi esso sia. Non è un caso che la partecipaz­ione sia risultata molto più alta che in passato.

Da quanto, insistiamo, va avanti questa ‘operazione di marketing’?

Nessuna operazione di marketing, bensì solo chiara comunicazi­one dei fatti.

Quali sono i timori delle Ffs qualora il Gran Consiglio, oppure la popolazion­e in seconda battuta, dovessero votare l’iniziativa popolare?

Le Ffs restano convinte della bontà del progetto e rispettano i processi e le decisioni democratic­he.

Ritengono crediti di 120 milioni e iniziativa inconcilia­bili, oppure l’iniziativa un arricchime­nto della nuova officina prevista a Castione, come sostengono la maggioranz­a risicata degli operai e gli iniziativi­sti?

Il credito di 120 milioni è legato alla Lettera d’intenti del dicembre 2017. In quel documento si spiega cosa le Ffs intendono fare con il nuovo stabilimen­to e lo sviluppo che Cantone, Città e Ffs desiderano promuovere nell’area delle attuali Officine.

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TI-PRESS Roberta Cattaneo col Ceo di Ffs Andreas Meyer

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