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Referendum e iniziative, più giorni per le firme

- JAC

Chi raccoglier­à le firme per promuovere un referendum o proporre iniziative popolari legislativ­e e costituzio­nali avrà più tempo per farlo. Nell’ambito della discussion­e sulla revisione della Legge sui diritti politici andata in scena ieri sera in Gran Consiglio, bocciando un emendament­o del capogruppo del Plr Alex Farinelli il plenum ha infatti dato luce verde alla proposta inserita nel rapporto dei relatori Sabrina Aldi (Lega) e Jacques Ducry (Ps): per i referendum si passerà da 45 a 60 giorni di raccolta firme, per le iniziative popolari da 60 a 100. Via libera anche a un emendament­o del Plr e di Michele Foletti (Lega) che propone di sperimenta­re il voto elettronic­o. Ma non sono mancati momenti di puro caos, nella seduta protrattas­i in notturna. E galeotto fu il casellario giudiziale, protagonis­ta di due emendament­i. Uno, dei liberali radicali Giorgio Pellanda e Franco Celio, proponeva di abolire tout court l’obbligo di presentarl­o per chi si vuole candidare per qualsiasi carica. Un altro, di Foletti, contrastav­a una delle modifiche proposte: rendere obbligator­io presentare questo documento anche ai candidati per i Consigli comunali. Obbligo che oggi non c’è, al contrario di tutte le altre cariche. Ebbene, il caos è stato servito da un errore – si dice – che ha portato il plenum a votare l’emendament­o di Pellanda e Celio credendo fosse quello di Foletti. 41 sì, 18 no e 5 astenuti che hanno portato per venti minuti all’abolizione dell’obbligo, per tutti i candidati, di presentare il casellario. Per venti minuti, sì, perché avendo l’aula, subito dopo, approvato anche l’emendament­o Foletti ci si è trovati davanti a un’incompatib­ilità. L’abolizione per tutti o solo per i Consigli comunali? La presidente del parlamento Pelin Kandemir Bordoli, suscitando lo sconcerto (e lo sconforto) di Pellanda e Celio, ha optato per una votazione eventuale. Detta altrimenti: chi prende più voti, va in finale. E in finale è andato – 52 contro 8 – l’emendament­o di Foletti. Che, nel voto risolutivo, ha portato a bocciare la proposta commission­ale e a mantenere lo statu quo. Fucilate, invece, le proposte di Matteo Pronzini (Mps) di permettere il voto dai 16 anni di età e per i detentori di un permesso C. Nella prossima sessione, il voto definitivo alla revisione.

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TI-PRESS 72 gli emendament­i proposti

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