L’America First potrebbe diventare ancora più molesto
Se c’è un ambito nel quale il Congresso può ben poco sul presidente, quello è certamente la politica estera. Donald Trump rimane a tutti gli effetti il Commander-in-chief, con pieni poteri sulla diplomazia e sulle questioni di sicurezza nazionale. È presumibile pertanto che The Donald si vorrà concentrare proprio sulle relazioni internazionali, per compensare – eventualmente con qualche coup de théâtre dei suoi – la paralisi governativa a Washington. La cosa naturalmente non riempie di gioia la diplomazia europea, che teme un ritorno di fiamma dell’America First – il ‘primanostrismo globale’ americano – ai danni degli equilibri transatlantici e di quelli globali. Anche se è troppo presto per capire le conseguenze del midterm su una strategia internazionale notoriamente ondivaga, diversi diplomatici e analisti prevedono anzitutto un inasprimento delle guerre commerciali. Riaprendo magari il confronto con Bruxelles e Berlino su settori strategici come quello automobilistico, dopo che la visita del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker alla Casa Bianca, a giugno, aveva portato a un cessate il fuoco. “Trump crede fermamente che l’Ue e soprattutto i tedeschi stiano portando l’America sul lastrico”, ha detto a ‘Reuters’ Jeremy Shapiro, direttore della ricerca presso l’European Council on Foreign Relations: “Mi aspetto che se avrà problemi a casa sua, verrà a cercare un nuovo scontro”. Lo stesso potrebbe accadere con la Cina e l’Iran. D’altro canto, il nuovo Congresso potrebbe cercare di arginare con commissioni d’inchiesta ad hoc le relazioni del presidente con l’Arabia Saudita, dove l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi rischia di far saltare i lucrativi accordi fra i due Paesi, specie sulle armi. E naturalmente resta aperta la questione delle presunte connivenze con la Russia, che potrebbe indurre i Democratici a chiedere maggiori sanzioni contro Mosca, penalizzando eventualmente anche le società europee coinvolte nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2. Difficile, ad ogni modo, illudersi che i Dem possano davvero imbrigliare la politica estera di Trump. L.E.