Polizia, la riforma piace
Reazioni positive dai rappresentanti del personale alla modifica della legge
La Legislazione si spacca sull’estensione della capacità d’indagine della Cantonale: due i rapporti in parlamento
Le modifiche previste alla Legge sulla polizia (LPol) sembrano piacere ai rappresentanti del personale. La norma approderà in parlamento nella sessione del prossimo 19 novembre e, se accolta, porterà all’estensione delle capacità d’indagine della Cantonale. Tra le novità, l’introduzione della custodia per 24 ore di persone pericolose per sé o per altri, la possibilità di svolgere inchieste mascherate, anche sotto falso nome (ad esempio online), la possibilità di utilizzare localizzatori Gps per seguire persone e auto e la garanzia di poter mantenere confidenziali le fonti. «Certo, come associazione del personale ci sarebbe piaciuto essere interpellati», fa notare Ivano Bodino, presidente della Federazione svizzera funzionari di polizia. «Della questione parleremo comunque il prossimo 30 novembre, durante la nostra assemblea. La custodia, comunque, non ci sembra una misura sbagliata», aggiunge Bodino. «Non abbiamo approfondito la questione – commenta dal canto suo Joel Scaglia, copresidente della Vpod Polizia –. A livello operativo la custodia è sicuramente utile per arginare quelle persone moleste che creano problemi in strada, ma che non possono essere arrestate perché, ad esempio, sono solo ubriache». Misure, quelle che approderanno in parlamento che, «senza essere troppo invasive, formalizzano quanto il corpo di polizia chiedeva da tempo», rileva invece Lorenzo Jelmini, segretario dell’Ocst. Intanto proprio sui cambiamenti che si vogliono introdurre nella Legge e sulla loro applicabilità la commissione della Legislazione si è spaccata presentando, martedì, due rapporti che giungono a conclusioni contrastanti. Il primo, di maggioranza e a firma Giorgio Galusero (Plr) e Amanda Rückert (Lega), è favorevole alla revisione, purché si introduca nella norma sulla custodia la possibilità, da parte della persona fermata, di essere assistita da un legale ed essere visitata da un medico. Le modifiche proposte alla Legge, sostengono i due relatori, sono “indubbiamente valide”. L’obiettivo “è quello di innalzare il livello della qualità degli strumenti a disposizione nella prevenzione e nella lotta alla criminalità”. Il secondo rapporto, di minoranza e a firma Carlo Lepori (Ps), ravvisa invece una serie di criticità. Tra queste, la mancanza di precisione sulla proporzionalità della misura di custodia, la difficoltà di capire quando l’azione di polizia sconfini nel campo riservato al Codice di procedura penale (Cpp) e l’esistenza già oggi di strumenti all’interno del Cpp che permettono le verifiche che si propongono attraverso la modifica della Legge sulla polizia. “Non è accettabile – si legge nel documento – l’introduzione di una cultura del sospetto e della sorveglianza indiscriminata”. Lepori propone quindi al plenum di non entrare in materia sulla questione e rimandare così l’intero testo alla commissione approfondimenti.
Avvocati molto perplessi
Critiche alle modifiche alla LPol erano giunte, già in sede di consultazione, dall’Ordine degli avvocati (Oati). «Non possiamo che confermare quanto abbiamo già detto – precisa Gianluca Padlina, vicepresidente dell’Oati –. Inoltre siamo un po’ sorpresi che la Legislazione non abbia voluto definire in maniera più precisa i limiti all’interno dei quali le inchieste preventive possono svolgersi. Speriamo che ciò possa essere corretto nell’ambito del dibattito parlamentare». Perché «questi aspetti devono essere definiti nella legge e non possono essere demandati al regolamento, come purtroppo avviene sempre più spesso».