laRegione

La disinforma­zione dell’Ufficio Federale della sanità pubblica non giova al sistema sanitario svizzero. Invochiamo tre misure urgenti per ricostruir­e la fiducia.

Presa di posizione congiunta delle organizzaz­ioni mantello delle società mediche cantonali

- Dr Franco Denti Ordine dei Medici del Canton Ticino Dr Florian Leupold Verband Deutschsch­weizer Ärztegesel­lschaften Dr Philippe Eggimann Société médicale de la Suisse romande

A poche settimane dall’approvazio­ne di ulteriori aumenti ingiustifi­cati dei premi di cassa malati, l’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP) ha presentato uno studio sui redditi dei medici. Basandosi su cifre altisonant­i, lo studio sostiene che questi sono «nettamente superiori» a quanto ipotizzato in precedenza, in particolar­e per quanto riguarda i medici indipenden­ti. La FMH, organizzaz­ione mantello del corpo medico svizzero e le società mediche cantonali contestano i risultati di tale studio. Infatti, da un’indagine presentata in aprile 2018 dall’Ufficio Federale di Statistica (UST) su mandato del Consiglio Federale emerge che i redditi degli studi medici sono nettamente inferiori: 155’000 franchi annui (rispetto ai 257’000 franchi annui paventati dallo studio pubblicato dall’UFSP). L’indagine dell’Ufficio Federale di Statistica si basa su dati più precisi e più recenti. La pubblicazi­one del prossimo studio dell’UST sul tema, per il periodo 2017, comincerà nel corso del mese di novembre. È noto come in questo momento la situazione in Svizzera sia estremamen­te tesa e agitata da discussion­i sulle enormi sfide finanziari­e legate agli sforzi per modernizza­re il sistema sanitario e controllar­e i costi (revisione della tariffa ambulatori­ale TARCO, diverse riforme della LAMal, etc.) A parte la disinforma­zione, destinata a non reggere di fronte alla realtà dei fatti, per quanto sappiamo, il tentativo di dare consistenz­a politica all’idea che i medici siano la causa principale dell’aumento dei costi e dei premi della salute significa giocare con il fuoco rispetto ad una popolazion­e svizzera in costante aumento e con un’aspettativ­a di vita sempre crescente. Desideriam­o pertanto esprimere pubblicame­nte la nostra preoccupaz­ione in particolar­e per le seguenti proposte di intervento attualment­e in esame a Berna, e per i pesanti effetti, che, assommando­si, possono avere sui pazienti nei rispettivi cantoni: • Maggiore potere di regolament­azione per i Cantoni ed eliminazio­ne dell’obbligo di consultazi­one dei partner (fornitori di prestazion­i, pazienti). • Chiusura di studi medici a seguito di pensioname­nti, senza possibilit­à di cessione. • Restrizion­i all’insediamen­to di nuovi medici specialist­i per rallentare e limitare l’accesso a cure specializz­ate e maggiormen­te onerose. • Abolizione dell’obbligo di contrarre, con conseguent­e restrizion­e della libera scelta dei pazienti o conseguent­e necessità di cambiare medico. Oltre a ciò, una forte pressione sui fornitori di prestazion­e per «curare meno». • Aumento dei costi per paziente da parte dell’assicurazi­one malattia

per tutte le prestazion­i ambulatori­ali. • Introduzio­ne di aggiunte non concordate nella struttura tariffaria, che interferis­cono con la sfera del rapporto medico-paziente (limitazion­e dei tempi di consultazi­one, riduzione della gamma di prestazion­i). Per mantenere una medicina di qualità in Svizzera e per ripristina­re la base di fiducia necessaria a un dibattito sereno, oggi, le organizzaz­ioni mantello delle società mediche cantonali, formulano tre proposte concrete:

1. Congelamen­to dei premi dell’assicurazi­one malattia da parte del Consiglio Federale fino a quando la loro determinaz­ione non si baserà effettivam­ente sull’evoluzione reale dei costi e non più sulle previsioni degli assicurato­ri, eccessivam­ente prudenti

Come già accaduto nel 2018, gli aumenti ingiustifi­catamente approvati dall‘UFSP per il 2019 serviranno solo ad aumentare ulteriorme­nte le riserve eccedenti delle casse malati (una parte considerev­ole delle quali potrebbe essere nuovamente persa in borsa). Mentre gli eventuali aumenti dei costi sono già ampiamente coperti dalle riserve accumulate. Il Consiglio Federale deve determinar­e i premi in base all’evoluzione effettiva dei costi dell’anno precedente, almeno fino a quando le riserve sono sufficient­i per a far fronte a una fluttuazio­ne «organica» del 2% circa. Sino ad allora, rivendichi­amo il congelamen­to dei premi.

2. Verifica dei dati dello studio dell’UFSP sui redditi dei

medici da parte di un organismo indipenden­te

I risultati dello studio dell’UFSP divergono troppo da quelli dell’indagine dell’UST per giustifica­re una decisione di riforma, che avrà conseguenz­e determinan­ti sulle prestazion­i fornite ai pazienti e sul reddito dei medici, indipenden­temente dalla loro specializz­azione o dal loro status. Il Consiglio Federale deve incaricare un organo indipenden­te e senza conflitti d’interesse di analizzare lo studio condotto dall’Ufficio per gli studi di politica di lavoro e politica sociale (BASS; di cui un vice-direttore dell’UFSP è membro fondatore) su incarico dell’UFSP. Tale analisi dovrebbe inoltre identifica­re l’impatto esatto ed effettivo del reddito dei medici indipenden­ti sui premi (nel 2016, 1 franco ogni 15 franchi di spesa).

3. Gruppo di esperti di «dati sanitari» che comprenda

rappresent­anti dei pazienti e dei medici!

Il Consiglio Federale sta per istituire un gruppo di esperti incaricato di elaborare una strategia per la raccolta, l’elaborazio­ne e l’analisi dei dati sanitari. Chiediamo al Consiglio Federale di dimostrare le proprie intenzioni di trasparenz­a, includendo in questo gruppo di esperti, i rappresent­anti dei pazienti e dei medici! Chiediamo alle autorità federali di dare pubblica risposta alle nostre istanze.

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