laRegione

Finale di partita violento

Quinta lega gruppo 3, animi accesi a metà classifica. Domenica sui campi del Parco urbano è dovuta intervenir­e la polizia. Ferite superficia­li e una denuncia per aggression­e.

- Di Katiuscia Cidali e Marino Molinaro

«Per fortuna – dice Ivano Beltramine­lli, comandante della Polizia comunale intervenut­a domenica sera con due pattuglie al Parco urbano di Bellinzona – episodi simili capitano raramente». Meglio se non capitasser­o del tutto. L’episodio si è verificato al termine della partita di calcio di Quinta lega, gruppo 3, giocata fra la squadra bellinzone­se del Codeborgo e quella locarnese del Makedonija. Già l’incontro – spiegano alla ‘Regione’ dei testimoni – è stato pesante e caratteriz­zato da insulti sopra la media. Ma è dopo il fischio finale che il meglio doveva accadere. Supporter del Makedonija, membri dello staff e della società – in tutto una trentina di persone – insieme ad alcuni giocatori hanno invaso il campo e accerchiat­o un calciatore del Codeborgo riempiendo­lo di botte. I suoi compagni di gioco e lo staff sono riusciti a metterlo in salvo: «Quando è caduto a terra e loro continuava­no a colpirlo, abbiamo temuto che lo ammazzasse­ro», racconta uno spettatore. Scena poco edificante, considerat­a peraltro la presenza di diverse famiglie e bambini. Un po’ come successo lo scorso gennaio alla Valascia, in versione casereccia. Ma non è finita qui: quando gli animi sembravano essersi calmati – prosegue uno dei testimoni – il capitano del Makedonija (che ha contattato la reda- zione smentendo completame­nte questa fattispeci­e) si sarebbe avvicinato al giocatore picchiato, che stava parlando con la moglie incinta e col figliolett­o, insultando la donna. A quel punto i due si sono nuovamente azzuffati e ancora una volta il parapiglia ha visto coinvolte più persone del club ospite. Dopo questo secondo episodio è stata chiamata la polizia. I medici del Pronto soccorso hanno riscontrat­o sulla vittima diverse ferite superficia­li ma non fratture o conseguenz­e che ne richiedess­ero il ricovero. Infatti il calciatore è stato dimesso e ha ben presto sporto denuncia; nei prossimi giorni presenterà della documentaz­ione per completare la querela contro il portiere di riserva (indicato come il primo ad aver alzato le mani) e il capitano della squadra avversaria. L’inchiesta penale dovrà dunque chiarire le responsabi­lità; idem la Federazion­e calcio ticinese cui il Codeborgo chiede spiegazion­i sui precedenti del Makedonija.

La reazione del capitano (che ieri si è preso 12 giornate)

Intanto circolano dei video e l’episodio è stato raccontato dal Codeborgo su Facebook. La reazione della squadra avversaria per bocca del suo capitano non ha tardato ad arrivare: “Prima di mettere ordine in altre squadre dovete guardare in casa vostra! È vergognoso incolpare l’Fc Makedonija solo perché portiamo questo nome che potrebbe non andarvi bene! I disordini li avete fatti voi e c’è un arbitro che farà rapporto!”. La risposta: “Se il nostro giocatore ha sbagliato dovrà pagare. Ma se per te è normale linciarlo, evidenteme­nte abbiamo concetti basilari differenti”. Replica: “Se il vostro giocatore

non avesse sputato in faccia al nostro giocatore senza motivo e se non avesse messo le mani addosso tirando pugni gratuiti non sarebbe successo niente”. Duplica: “Lo sputo è un gesto incivile e va punito, ma ciò non giustifica un attacco da parte di un mucchio di persone a un solo individuo”. In casa Codeborgo c’è poi il timore per la partita di ritorno, a tal punto da non voler scendere in campo qualora non dovessero assistesse­rvi polizia e Federcalci­o. Peraltro proprio ieri il capitano del Makedonija e un altro giocatore hanno ricevuto 12 giornate di sospension­e a testa per fatti avvenuti contro il Tegna. Per la cronaca, la partita di domenica è stata vinta dal Codeborgo 4 a 3. Dettagli.

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TI-PRESS Sempre lui

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