Il Lago Maggiore inizia il suo ritiro
Centonovantacinque metri e 34 centimetri. Questa l’altezza raggiunta ieri dal Lago Maggiore dopo le abbondanti precipitazioni degli scorsi giorni. Abbondanti ma non tali da generare particolari disagi oltre a quelli considerati di normale amministrazione in casi simili. Alla “Regione” lo conferma il comandante della Protezione civile, Raffaele Dadò: «Martedì sera davamo in proiezione per mercoledì 195,15 metri, con, nel peggiore dei casi, il raggiungimento di quota 195,30. Nel corso della notte su mercoledì, però, v’è stato un aumento piuttosto importante della portata della Maggia: da 500 a 700 metri cubi d’acqua al secondo. Parallelamente, è cresciuta anche quella del Toce: da 1’050 a 1’100 metri cubi al secondo». Ciò, prosegue Dadò, «ha generato un aumento dei centimetri di crescita oraria: dai 2,5 previsti a 3, per arrivare appunto ad una quota di 195,34, che sfora di 4 centimetri rispetto al nostro programma». Il pomeriggio di ieri, asciutto, ha consentito di mantenere una certa stabilità del livello fino a mezzanotte, momento in cui il Lago Maggiore ha cominciato a scendere; questo «poiché l’uscita alla Miorina è diventata superiore rispetto all’entrata dagli affluenti». Da domenica sono previste nuove precipitazioni: «Da lì in avanti lasciamoci sorprendere – conclude Dadò – ma senza creare inutili allarmismi». Intanto, sempre sul fronte del maltempo, la speranza di poter riaprire la statale 34 del Lago Maggiore nella giornata di sabato è andata delusa. La chiusura era avvenuta dopo la frana di martedì mattina e lo sbarramento rimane “a tempo indeterminato”. Questo l’esito di un vertice tecnico e politico tenutosi ieri mattina in Prefettura a Verbania. Per altro, la chiusura “a tempo indeterminato” non deve necessariamente allarmare, ha affermato il sindaco di Cannobio Giandomenico Albertella. Se ne saprà qualcosa di più nel pomeriggio di oggi, quando l’Anas si pronuncerà sullo stato dell’arte. D.MAR./M.M.