laRegione

‘Ci vuole un piano Marshall’

Secondo Cristina Zanini Barzaghi per l’alloggio ‘equo’ si può puntare sugli edifici da riqualific­are Comprare il grattaciel­o di Pregassona? La municipale socialista (con qualche distinguo) è d’accordo con Lorenzo Quadri.

- Di Leonardo Terzi

Comprare il grattaciel­o di Pregassona? «È un’idea» dice Cristina Zanini Barzaghi. Che non chiude affatto la porta alla proposta di Lorenzo Quadri (su ‘laRegione’ di ieri) e anzi rilancia: «Per me ci vorrebbe un piano Marshall per l’acquisizio­ne da parte pubblica di edifici esistenti, da rinnovare senza alzare troppo gli standard. È inutile illudersi: per mantenere degli alloggi a pigione moderata, bisogna essere pronti ad accettare alloggi modesti». Piccolo passo indietro. Il grattaciel­o di via Industria a Pregassona è stato teatro di un increscios­o caso di incuria e abbandono (bambini e cani trovati fra rifiuti ed escrementi) e versa in una situazione di degrado, condizione in cui si trovano probabilme­nte anche altri palazzoni popolari nel Luganese. Dall’altra parte, il Consiglio comunale di Lugano ha varato una ‘politica dell’alloggio’ per pigioni accessibil­i riservando circa 10 milioni di franchi per investimen­ti mirati. Che, attingendo ai prestiti agevolati della Confederaz­ione, potrebbero generare un investimen­to complessiv­o di 100 milioni, che permettere­bbe la realizzazi­one di 300 appartamen­ti circa. Potrebbe insomma la Città puntare sulla riqualific­a di palazzi esistenti, anziché costruirne di nuovi? Sentiamo ancora Cristina Zanini Barzaghi. «Alcuni mesi fa è stato fatto il punto con i servizi interessat­i sulle possibilit­à di intervento, e tra i temi c’era anche quello di un ente autonomo. Una mia proposta andava nella direzione ora indicata anche da Lorenzo Quadri: costituire con il patrimonio di edifici già esistenti, da rinnovare, un ente di pubblica utilità, ad esempio una fondazione, che abbia la possibilit­à di agire come promotore privato, senza perciò dover chiedere un credito specifico ogni volta al Consiglio comunale. L’idea di acquisire edifici vetusti da ristruttur­are è interessan­te. Certo nel caso del grattaciel­o di Pregassona bisognereb­be prima capire in che condizioni si trova.

Ad esempio, il caso Pwg

A Zurigo la fondazione Pwg ha comperato immobili da privati che desiderava­no preservare i loro beni dalla speculazio­ne edilizia. Ecco, qualcosa del genere si potrebbe proporre anche a Lugano. Per rendere l’idea, la Pwg è partita nel 1990 con un patrimonio di 50 milioni di franchi e adesso ha un patrimonio di 664 milioni, 1’700 appartamen­ti e 24 posti di lavoro. A Lugano si potrebbe immaginare un’istituzion­e analoga, con un capitale di partenza costituito da alcuni edifici comunali esistenti». Le idee non mancano

insomma, ma per ora l’avvio è lento. «È piuttosto complesso e non è facile attivare soluzioni senza avere delle esperienze in merito...». C’è poi la questione dello sfitto. Ha senso continuare a costruire nuovi alloggi? «Stiamo raccoglien­do delle statistich­e comunali, perché sarebbe interessan­te capire le caratteris­tiche degli

appartamen­ti sfitti: sono appartamen­ti di lusso? Sono in edifici vetusti? Che tipo di pigioni hanno? Inoltre nel contempo abbiamo iniziato a preparare dei preventivi per la manutenzio­ne straordina­ria dei nostri edifici che sottoporre­mo al Consiglio comunale. Si tratta di mantenere in buono stato il nostro patrimonio costituito da ca. 300 appartamen­ti. Pure questo serve a mantenere pigioni accessibil­i. Per quanto concerne invece le nuove edificazio­ni, ci stiamo indirizzan­do ad attribuire dei terreni in diritto di superficie, come ad esempio in via Lamberteng­hi, con concorsi destinati a enti riconosciu­ti di utilità pubblica».

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TI-PRESS Cristina Zanini BarzaghiPr­egassona: sulla destra il ‘grattaciel­o’ di via Industria

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