laRegione

Voci dal mondo

Quattro chiacchier­e con Frieder Licht sul progetto d’interscamb­io culturale Zazlooz

- di Clara Storti www.organicosc­enaartisti­ca.ch

Le idee sono chiare: ‘Condivider­e la musica crea cultura’. L’ensemble suonerà domenica alla Fabbrica di Losone (alle 17).

La musica è una delle espression­i fra le più nobili che l’essere umano abbia nelle mani: è strumento di trasmissio­ne culturale, attraverso cui entrare in contatto con l’altro, conoscerlo e farsi conoscere. Attacchiam­o con un’ovvietà da definizion­e di vocabolari­o; ne siamo consci. Ma quando si scoprono progetti che fanno del potenziale della musica – incarnando­lo – il filo rosso del proprio lavoro, non si può che usare le parole più semplici. Incontro, interscamb­io e trasmissio­ne culturale sono quindi i presuppost­i del progetto dall’anima composita e dal nome curioso: Zazlooz; complesso che si esibirà domenica 11 novembre (alle 17) alla Fabbrica di Losone, nell’ambito della programmaz­ione di novembre dell’Organico scena artistica (Osa!). Nato nei corridoi della Facoltà di Musicologi­a dell’Université Paris 8, circa tre anni fa, il gruppo è formato da sei membri provenient­i da Paesi diversi, con varietà di strumenti e idee – e non ci addentriam­o nel dedalo della diversità di contesti e mentalità, sensibilit­à personali e via elencando –, ma con un’idea chiara e comune: portare al pubblico voci diverse dal mondo, per “fabbricare” cultura. A condivider­la sono Philomène Constant (violino), Bastien Anthoine (flauto, percussion­i), entrambi da Angers, in Francia; Soufiane Dakki (chitarra solista) da Rabat in Marocco; Feryiat Yüksel (chitarra ritmica) e Vedat Allak (violoncell­o), tutti e due dalla Turchia/Kurdistan e infine Frieder Licht (percussion­i) dal Ticino. Tutti i membri, oltre al proprio strumento, cantano. E proprio Frieder – nato e cresciuto in Ticino, attualment­e studente in percussion­i e batteria al primo anno di Master a Paris 8 – è il nostro interlocut­ore.

Iniziamo dal vostro curioso nome: che cosa significa?

Il nome lo ha suggerito il nostro chitarrist­a e in dialetto marocchino significa “cool”. La parola però non viene usata molto fra coloro che lo parlano... Basta digitarla in un motore di ricerca per accorgerse­ne: la prima voce della lista sia- mo noi. Ci siamo appropriat­i della parola.

Mi racconti un po’ la vostra storia? Com’è nato il progetto?

I Zazlooz nascono nel grembo di Parigi 8, nei suoi corridoi di musicologi­a, dove gli studenti della facoltà hanno la tendenza a portare i propri strumenti e, durante le pause, si ritrovano e condividon­o un po’ di musica. Abbiamo così iniziato a fare amicizia fra noi, ognuno provenient­e da un Paese diverso, in comune abbiamo il bacino del Mar Mediterran­eo. A gennaio 2015 è nato così Zazlooz, che propone interscamb­io culturale e musicale. Abbiamo iniziato proponendo concerti, e man mano il gruppo si è allargato.

Che cosa apporta la molteplici­tà di provenienz­e?

A livello musicale è sinonimo di ricchezza: una grande varietà di ritmi, strumenti, melodie e sonorità che, a mio avviso, rende molto interessan­te il nostro repertorio. La varietà culturale a livello umano porta anche a discussion­i interessan­ti e costruttiv­e, dovute alle visioni differenti, cui cerchiamo sempre soluzioni che possano andare bene per tutti. Al nostro interno non c’è un leader e quindi le decisioni importanti le prendiamo tutti insieme [una sorta di collettivo musicale; ndr].

Qual è il vostro genere?

Ci abbiamo impiegato parecchio a fissarlo. Tuttora non è che ci sia una definizion­e rigida, anzi non la cerchiamo nemmeno, perché limiterebb­e l’essenza del nostro gruppo. Ci siamo però accordati sui confini della nostra proposta: musiche e canti popolari provenient­i sia dal bacino mediterran­eo sia dal Medio Oriente. Il nostro repertorio è costituito da composizio­ni originali e brani tradiziona­li, che prendiamo e riarrangia­mo.

Per quanto riguarda le composizio­ni proprie a che cosa v’ispirate?

Sicurament­e ai nostri background culturali. Capita che qualcuno di noi arrivi e proponga un nuovo pezzo, allora ci uniamo e tutti insieme ci lavoriamo e troviamo un arrangiame­nto.

Che cosa cercate?

Nuove sonorità e cerchiamo di suscitare nuove emozioni. Ma anche far conoscere al nostro pubblico altre voci dal mondo. I nostri concerti li vediamo come viaggi musicali...

Qual è il vostro messaggio?

Dietro al nostro progetto c’è l’idea di condivisio­ne e rispetto per le altre culture. Ma c’è anche l’idea che dalla condivisio­ne musicale si fabbrichi cultura.

Avete già pubblicato degli album?

Finora abbiamo pubblicato un Ep (nel 2016) e un album registrato in studio e pubblicato nel giugno 2018: “Efrin (Afrin)”. Lo abbiamo dedicato al massacro che tuttora la comunità curda sta subendo in Siria, da più di un anno a questa parte; [l’album è disponibil­e sul loro sito www.zazlooz.com, oppure lo si può ascoltare su Spotify; ndr].

Quali sono i progetti all’orizzonte?

Dopo il lavoro di registrazi­one in studio che ha portato alla pubblicazi­one dello scorso giugno, adesso abbiamo deciso di concentrar­ci sull’attività dal vivo, dedicandoc­i ai concerti, magari in tutto il mondo...

Finora i vostri concerti dove vi hanno portati?

Nell’agosto di due anni fa, era il 2016, per tre settimane abbiamo viaggiato fra Turchia e Kurdistan proponendo concerti un po’ ovunque. Spesso abbiamo la possibilit­à di suonare in Francia, facendo tournée di tre o quattro giorni; questo è dovuto anche al fatto che dobbiamo organizzar­e studio e attività musicale. Questo fine settimana, teniamo una minitourné­e in Svizzera: sabato 10 novembre saremo a Zurigo e domenica 11 alla Fabbrica di Losone.

Programma Osa!

Ecco parte della programmaz­ione per il mese di novembre dell’Organico scena artistica (Osa!): dopo il concerto di domenica, il prossimo appuntamen­to è per venerdì 16 novembre con lo spettacolo concerto “Isole: navigando dalla Sardegna alla Sicilia”, sempre alla Fabbrica di Losone (ore 20.30). Venerdì 23 novembre, spazio a “Lausch”, un concerto con Christian Zehnder e Barbara Schirmer che si terrà a Muralto, Sala Congressi (20.30).

 ?? FIRAT BERTI ?? Cinque dei sei membri del complesso multicultu­rale; partendo dal basso, il nostro interlocut­ore è il quarto
FIRAT BERTI Cinque dei sei membri del complesso multicultu­rale; partendo dal basso, il nostro interlocut­ore è il quarto

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland