‘Inseguite sempre i vostri sogni, non abbandonateli’
«Con il pugilato – spiega Petric – ho scoperto me stesso. Vi ho trovato umiltà, rispetto, tanto sacrificio. Il pubblico vede due che se le danno, ma in quel combattimento c’è grandissimo rispetto, per l’avversario e per sé stessi. Non è uno sport per tutti. Vi si trovano valori importanti, uno su tutti l’umiltà. Mi sento di consigliarlo a tutti, insegna la disciplina, ti mette di fronte ai tuoi limiti. Chi pratica questa disciplina sul serio, foss’anche solo restando a livello amatoriale, ha cuore, è rispettoso, umile. C’è un motivo se si chiama ‘nobile arte’. I pugili hanno dalla loro la calma e la sicurezza. Non hanno bisogno di dimostrare niente a nessuno. Io sono grande e grosso, ma è come se fossi invisibile. Non mi piace mettermi in mostra». Concetti profondi, espressi da un uomo che quando era bambino è cresciuto in fretta. «Una piccola parte della guerra che ha infiammato l’ex Jugoslavia l’ho vissuta. Sono andato via dal mio paese una settimana prima che venisse raso al suolo, nel giorno in cui un aereo bombardò casa mia a Odzak (in Bosnia). Eravamo a cento metri, quando ha scaricato le bombe. Era un ragazzino di 11 anni. Sono esperienze che ti fanno crescere in fretta. Ho un vissuto diverso da quello dei ragazzini che poi ho trovato qui, che a quell’età giocano e scherzano, senza altri pensieri. Cresci diversamente, devi diventare un piccolo uomo anche se hai solo 11 anni». Sabato quel ragazzino cresciuto in fretta e diventato un uomo di 37 anni che pratica il pugilato con la passione di sempre, corona un sogno. «Mi sento di esortare tutti a credere sempre ai sogni, ad andare fino in fondo per realizzarli. È come se avessi un peso, dentro. Ho avuto una bella carriera, l’avevo iniziata benissimo, e quando ero al massimo del mio splendore, ho dovuto interromperla. Poi, però, sono trascorsi alcuni anni, ed ecco che si presenta questa occasione. L’occasione che potrebbe farmi svoltare la carriera. Inseguite i vostri sogni, sempre».