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‘L’elettricit­à non deve dipendere dal mercato’

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Un passo “non necessario: l’elettricit­à è un bene strategico per la nostra società, che non deve dipendere né dal mercato, né dalla speculazio­ne, ma dalla garanzia di un servizio pubblico di qualità”. L’Associazio­ne per la difesa del servizio pubblico giudica così il progetto di liberalizz­azione totale del mercato dell’energia elettrica posto in consultazi­one di recente dalla consiglier­a federale Doris Leuthard. Una proposta cui l’Asp guarda “con forte preoccupaz­ione”. Sempre più, annota l’associazio­ne, “la vita delle persone dipende dall’elettricit­à e in futuro grazie alla digitalizz­azione e alla mobilità elettrica questo trend non può che accelerare”. L’indipenden­za da Paesi terzi, la sicurezza di approvvigi­onamento e la stabilità dei prezzi “sono tre aspetti cruciali per lo sviluppo della società e dell’economia svizzera che solo un servizio pubblico forte può garantire”. Secondo l’Asp, la riforma elaborata dal Dipartimen­to federale ambiente, trasporti, energia e comunicazi­oni metterebbe in seria difficoltà “le nostre aziende idroelettr­iche, un patrimonio fondamenta­le per il nostro Paese, che rappresent­ano una garanzia di una fornitura di energia pulita nel lungo periodo”. Ergo: il progetto in questione favorirebb­e “le energie inquinanti come il carbone e il nucleare, con effetti fortemente negativi sul clima e l’ambiente”. Per queste ragioni l’Associazio­ne per la difesa del servizio pubblico invita il governo cantonale, nell’ambito della procedura di consultazi­one, “a opporsi a questa proposta di legge”. L’invito è contenuto in una lettera. Nella missiva, trasmessa nei giorni scorsi al Consiglio di Stat, l’Asp rileva fra l’altro che “l’Azienda elettrica ticinese, la quale in seguito alla liberalizz­azione per i grandi consumator­i ha subìto perdite importanti, ha potuto mitigare le fluttuazio­ni dei prezzi solo grazie agli accordi di fornitura a lungo termine con le aziende di distribuzi­one a prezzi legati ai costi di produzione. La liberalizz­azione totale aggraverà ulteriorme­nte la situazione”. E conclude la lettera indirizzat­a all’Esecutivo cantonale avvertendo che “alla garanzia di un servizio pubblico di qualità, con la liberalizz­azione si preferisce il mercato e la speculazio­ne”.

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TI-PRESS L’Asp scrive al Consiglio di Stato

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