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Bonobo, così simile a noi

- di Susanna Petrone

I bonobo vivono in una sola nazione: la Repubblica Democratic­a del Congo in Africa. A causa delle numerose guerre è difficile studiare i bonobo, ma si stima che ne vivano ancora dai 15 ai 20 mila esemplari. 50 anni fa il loro numero era circa il doppio di quello attuale. La loro rapida diminuzion­e è da ascriversi alla caccia spietata da parte degli abitanti del Congo, che riescono a sopravvive­re solo attraverso la vendita di carne di animali selvatici (tra cui il bonobo) e alla rapida perdita del loro habitat. La loro carne è apprezzata e certe parti del corpo hanno fama di possedere proprietà medicinali. Nulla di più falso, come ben sappiamo. Molti esemplari, inoltre, rimangono vittime – come gli esseri umani – delle continue guerre e disordini che mettono in ginocchio il Congo. La maggiore minaccia, tuttavia, è costituita dalla distruzion­e delle foreste tropicali. Con una superficie di 2 milioni di km2 e una popolazion­e di oltre 75 milioni di persone, il Bacino del Congo ospita il bonobo, ma anche specie

simbolo come il gorilla, il leopardo, lo scimpanzé e l’elefante di foresta. Le foreste rappresent­ano il secondo serbatoio di assorbimen­to del carbonio, svolgendo le funzioni di “polmone” del clima mondiale e di regolatore del clima nella regione. Per il bonobo, queste foreste sono di vitale importanza. Durante tutta la vita, la femmina di un bonobo dà alla luce solo dai tre ai quattro piccoli. Per questo motivo occorre un lungo periodo di tempo – troppo lungo per salvaguard­are la popolazion­e esistente, senza che venga protetta – prima che un gruppo di bonobo possa riprenders­i da una violenta decimazion­e. Se non si riuscirà a porre freno alla distruzion­e delle foreste tropicali c’è il rischio che fra 30 o 40 anni nel Congo non ci sia più spazio per i bonobo, che non potranno più vivere in libertà. Il taglio illegale e non sostenibil­e, la costruzion­e di strade e dighe e le attività minerarie stanno decimando le foreste. In queste zone, infatti, si trovano il 34% delle riserve mondiali di cobalto (il Congo ne produce la metà, per i mercati mondiali) e il 64% di quelle di Coltan. Parliamo di materiali che servono per le batterie dei nostri cellulari, per i computer, per gran parte della tecnologia moderna. A farne le spese sono sempre i più deboli: le foreste tropicali, i primati, ma anche la popolazion­e stessa del Congo. Si stima, infatti, che oltre 40 mila bambini (dai 6 ai 12 anni) lavorino in queste miniere. Il futuro dei grandi primati e di milioni di persone risulta sempre più incerto a causa del taglio illegale e del disboscame­nto a scopo edile e agricolo della foresta. Questa combinazio­ne letale di distruzion­e forestale e caccia eccessiva sta distruggen­do il cuore verde dell’Africa.

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© Karine Aigner / WWF-US Un giovane bonobo

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