Una rivendicazione dell’Isis per gli accoltellamenti a Melbourne
Sydney – L’Isis avrebbe rivendicato l’aggressione condotta ieri in centro a Melbourne. Un uomo ha lanciato un pick up tra i passanti, poi gli ha dato fuoco e, armato di coltello, ha cercato di colpire quanti più presenti possibile. Ne ha feriti tre, dei quali uno è morto, prima di venire a sua volta ucciso dalla polizia. Sul furgone carbonizzato sono state trovate diverse bombole a gas, subito disinnescate. Non un arsenale, ma abbastanza per dare sostanza all’ipotesi che l’attacco fosse pianificato, sebbene non in maniera particolarmente articolata, e dunque classificarlo come terrorismo. Testimoni hanno sostenuto che l’uomo gridava “Allah Akbar” mentre inseguiva le possibili vittime. Secondo il ‘Daily Mail’ l’uomo era un terrorista somalo già noto alle agenzie antiterrorismo australiane e avrebbe avuto legami con gruppi estremisti nordafricani. L’origine somala è stata confermata anche dalla Polizia locale, che è rimasta però più vaga circa le ragioni per cui già in passato l’aggressore era tenuto d’occhio: “Principalmente in relazione ad alcuni parenti che sono di certo persone di interesse per noi”, ha detto il commissario della Polizia statale di Victoria Graham Ashton, facendo anche riferimento all’intelligence federale. Già lo scorso anno Melbourne era stata teatro di due episodi di veicoli lanciati contro la folla, ma in nessuno dei due casi la polizia li aveva classificati come atti di terrorismo.