A prima vista…
A prima vista la nuova base legale per la sorveglianza degli assicurati mi sembrava una buona idea. Chi froda le assicurazioni sociali sottrae risorse pubbliche a tutti noi e soprattutto a chi ne ha veramente bisogno. Poi, inoltrandomi negli articoli di legge, ha cominciato a farsi largo in me una sensazione strana. Termini come “osservazioni segrete”, “registrazioni visive e sonore”, “specialisti esterni incaricati dell’osservazione”… mi hanno evocato storie lontane. Mondi passati o futuri distopici.
Segue da pagina 16 A prima vista tuttavia pensavo che in fondo la questione non mi toccasse da vicino. Invece scopro che questa modifica non riguarda solo “loro”, i beneficiari dell’assicurazione invalidità o di quella infortuni. Il cambiamento normativo tocca anche Avs, disoccupazione, assegni famigliari… e addirittura le Casse malati obbligatorie LaMal. Allora, potenzialmente un giorno anche le Casse malati potranno assoldare un detective privato per spiarmi? A prima vista pensavo che essendo la frode alle assicurazioni sociali un reato penale a mio modo di vedere molto grave, come per tutti i reati, le osservazioni sarebbero state affidate alla polizia. Funzionari pubblici che hanno giurato fedeltà alle leggi e che perseguono l’obiettivo di determinare oggettivamente la verità. Invece, scopro che le indagini saranno affidate ad agenzie di sicurezza private (vi ricorda qualcosa?) che perseguiranno comprensibilmente l’obiettivo di soddisfare gli interessi di chi li paga: le assicurazioni sociali (pubbliche e private). A prima vista pensavo che la decisione di spiarmi sarebbe stata sottoposta ad un magistrato. Succede così per tutti i truffatori, i ladri, gli assassini, i terroristi. Invece scopro che, salvo per l’utilizzo di un Gps nascosto, questa decisione sarà presa in autonomia da un semplice impiegato assicurativo con funzioni direttive qualsiasi. A prima vista credevo che la sorveglianza potesse toccare solo chi è sospettato di fingere di essere malato o invalido. Poi mi sono ricordato della storia di quei genitori di un bambino con una grave disabilità che alcuni anni fa sono stati denunciati penalmente dall’AI perché sospettati di aver coscientemente chiesto e ricevuto un rimborso maggiore del dovuto per aver accompagnato personalmente per più di un decennio il figlio a scuola, non potendo usare il bus scolastico. Il tribunale ha prosciolto la famiglia che ha tuttavia sofferto terribilmente per queste accuse. No. Molti dei casi di sospetti abusi riguardano incomprensioni amministrative dovute a una macchina burocratica sempre più pesante. Vuoi vedere allora che questa normativa buttata lì in solo tre mesi dai nostri parlamentari a Berna è andata un po’ oltre il limite del buon senso? Molte associazioni di difesa delle persone con disabilità e i partiti che ora consigliano di respingere la proposta di modifica della Legge non avevano sostenuto attivamente la raccolta firme per questo referendum. Ora, con cognizione di causa, vi chiediamo di riflettere bene sulle conseguenze nascoste di questa norma così come elaborata oggi e di votare No il 25 novembre, chiedendo per piacere a Consiglio federale e Camere federali di elaborare una base legale più equilibrata.