La magia dell’animazione
Villa dei Cedri e Castellinaria accolgono la mostra per i cinquant’anni dell’associazione svizzera
Una panoramica del cinema d’animazione più recente perché, ci spiega Rolf Bächler, sono molti i giovani che si formano in quella che è, innanzitutto, una tecnica culturale
I dipinti su acetato realizzati da Georges Schwizgebel per ‘Le roi des aulnes’, gli schizzi di Lena von Döhren per la sua serie ‘Der kleine Vogel’, i disegni di Marcel Barelli, e poi ancora le decine di occhi e bocche diverse per far cambiare espressione ai pupazzi in stop motion, animazione digitale… non c’è un mondo solo, dietro il cinema d’animazione, ma una pluralità di mezzi e strumenti che certo sorprende chi è abituato a bollare tutto come “cartoni animati”. Mondi che ragazzi e adulti possono scoprire a Villa dei Cedri a Bellinzona fino al 24 novembre con la mostra e gli atelier realizzati dal Gruppo svizzero di cinema di animazione per festeggiare i cinquant’anni dell’associazione. ‘50 anni di cinema svizzero d’animazione’ è il titolo dell’esposizione che, in occasione di Castellinaria (che si aprirà il 17 novembre), fa tappa nella Svizzera italiana. Ma non è una mostra storica perché, come ci spiega l’animatore Rolf Bächler, «ci interessa mostrare il presente: negli ultimi anni il mondo dell’animazione si è molto ingrandito, grazie alle scuole da cui escono molti giovani, e questo ha cambiato tutto». Basti pensare che, tra le tutte associazioni cinematografiche svizzere, quella dedicata all’animazione è quella con l’età media dei più bassa. Per questo si è voluto «catturare il momento, e tutto quello che troviamo qui esposto è stato realizzato negli ultimi cinque anni». Alcuni animatori sono stati espressamente invitati, vista l’importanza del loro lavoro, «mentre altri si sono proposti ed, essendo un’esposizione itinerante, abbiamo un nucleo fisso e altre parti che cambiano in base alla regione». A Bellinzona troviamo ad esempio il ticinese, ma attivo a Ginevra, Marcel Barelli, oltre all’animatrice Alessia Tamagni. In mostra, come accennato, si trovano varie tecniche, dalla lenta stop motion dove ogni fotogramma va realizzato muovendo dei pupazzi, al (potenzialmente) più veloce digitale. Una estrema varietà: ci si riconosce tutti sotto il titolo di “cinema d’animazione”? «L’animazione è una tecnica culturale: come creare l’illusione del movimento, creare dei movimenti che non esistono davvero». Ma si può parlare di un cinema svizzero d’animazione o non c’è un’identità comune? «Non la si vede nei prodotti, ma c’è una scena di animatori che si conoscono, si sono formati insieme, talvolta lavorano insieme… e da cinquant’anni il Gruppo svizzero di cinema di animazione mantiene i contatti, tra i membri e con le istituzioni». Info: www.castellinaria.ch.