laRegione

La locomotiva Lugano

Per Fabio Celestini i bianconeri dovrebbero fungere da traino al movimento cantonale. Ma intanto la U21...

- Di Sascha Cellina

All’orizzonte c’è il Lucerna (ospite del Lugano oggi alle 19 a Cornaredo) ma sulla strada che porta verso la sfida con la squadra di René Weiler Fabio Celestini si è concesso una deviazione addentrand­osi nel minato territorio che ha tenuto banco nel nostro cantone nelle ultime settimane e in particolar­e negli scorsi giorni, il Team Ticino. «Vedo molte similitudi­ni tra la situazione attuale del Team Ticino – ha commentato il tecnico dei bianconeri – e quando capitato nel Team Vaud (esattament­e come l’associazio­ne ticinese, un partenaria­to tra le principali società del cantone che gestisce il calcio d’élite dai 14 ai 18 anni, mentre la U21 è sotto la responsabi­lità dell’Fc Losanna, ndr). Quando il Losanna è fallito nel 2003 finendo in Seconda Lega interregio­nale, sono stati i club più piccoli come ad esempio l’Yverdon e il Nyon ad assumere maggior potere e responsabi­lità nella formazione. Poi, dopo la risalita del club della Pontaise, quest’ultimo è tornato a reclamare il comando e anche in quel caso non sono mancate piccole tensioni, ma alla fine il buon senso comune ha portato a rendersi conto che in fondo è giusto che la società faro della regione abbia in un certo senso una posizione privilegia­ta. Di conseguenz­a penso sia normale che il Lugano funga da locomotiva del movimento cantonale, a patto che rispetti tutti i compiti che una locomotiva deve assumersi». L’ex internazio­nale rossocroci­ato ha sottolinea­to anche l’importanza dell’identità di un club... «A Losanna se non sbaglio a partire dalla U15 sono tornati a vestire la maglia dell’Fc Losanna (diventato Team Vaud/Losanna, ndr) per recuperare l’identifica­zione dei giovani nel club di riferiment­o. È difficile farlo in un Team Vaud o in un Team Ticino se non vedi mai la prima squadra, ti alleni su campi diversi... Per club con una storia di oltre cento anni è diverso. Ad esempio mio figlio di 17 anni quando ha visto il numero della sua maglia lo ha collegato al giocatore con lo stesso numero del Losanna, non del Barcellona». A proposito di giovani, nel giugno 2015 la U21 è passata dal Team Ticino al Lugano, purtroppo in concomitan­za con la retrocessi­one dalla Prima Lega, per Celestini un grosso problema... «Ho seguito diverse partite e allenament­i della U21 e ho discusso con l’allenatore (Fernando Cocimano, ndr) perché mi piace imparare da tutti. Ho subito avuto un buon feeling con tutto l’ambiente e trovo che sia davvero un peccato che la U21 giochi in Seconda interregio­nale. Già in Prima Lega classic il livello non è eccelso e il passo verso la Super League è importante, ma dalla Seconda inter... Faccio fatica a seguire le partite in questa categoria, perché a livello fisico e di spirito posso trarre informazio­ni importanti su un giocatore, ma dal punto di vista tecnicotat­tico non posso capire se un

elemento è pronto per la massima serie. E in questo senso non è nemmeno un buon allenament­o. Quindi credo che uno dei prossimi obiettivi da perseguire per il Lugano, sia proprio la promozione della U21 in Prima Lega (al momento i bianconeri sono secondi a 7 lunghezze dal leader Paradiso, ndr)».

Un passo avanti

Per quanto riguarda la partita di oggi (alla quale seguiranno due settimane di pausa per gli impegni delle nazionali), Celestini non vuole guardare alla classifica, che vede la sua squadra precedere di un punto l’avversario di giornata... «Dobbiamo vivere il presente,

pensare alla partita e poi vedere cosa abbiamo fatto di buono e di meno buono. Ad esempio a Basilea abbiamo perso (3-2, ndr) ma per me al di là dei grandi errori individual­i la squadra ha compiuto un bel passo in avanti, soprattutt­o a livello mentale. E ha imparato, spero, che quando commetti troppi errori, il calcio ti punisce».

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TI-PRESS/CRINARI L’allenatore vodese ha fatto un paragone tra il suo cantone e il Ticino

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