Quo vadis campione?
Se nel golfo di Lugano, fino a pochi giorni fa, tirava aria di tempesta (vedasi le divergenze tra le autorità comunali della Citt à e la compagnia Finzi Pasca o l’altrettanto diatriba tra il Cardiocentro e l’Eoc), nelle acque di Campione la situazione è drammatica. La crisi scatenata dalla chiusura del casinò ha generato una serie di reazioni negative a catena (abbandono dei commerci, con persone che se ne vanno altrove, altri che desiderano l’annessione alla Svizzera, altri ancora che sperano in un miracolo italiano – attenzione alle promesse da marinaio: non è con lo stanziamento di qualche milione di euro che si può guarire un sistema malato). E visto che lo Stato italiano non sembra preoccuparsi più di tanto (mentre da parte svizzera si offrono ancora i servizi, aumentando però i debiti dei Campionesi) il rischio, più che mai concreto, è che la ridente enclave diventi, in un futuro più o meno prossimo, una cittadina fantasma. Ci sono evidenti problemi sia sulla sponda svizzera sia su quella italiana del Ceresio. Come risolverli? Occorrono politici lungimiranti (a Berna qualcuno si è mosso: vedi interpellanza presentata dal consigliere nazionale Marco Romano e finita dal consigliere federale Ignazio Cassis ‘immaginabile’) e aperti ad un dialogo franco e costruttivo, inclini al ‘fare’, senza perdite di tempo. Un’idea? Eccola: annettere Campione alla Svizzera (a costo zero per la Confederazione!) e in seguito trasferire la compagnia Finzi Pasca o il Cardiocentro nell’attuale casinò, conscio del fatto che un cambiamento di destinazione non sarebbe così facile, vista ‘la complessità di quella struttura’ (vedi Mario Botta, CdT 6.10.2018). Provate a immaginare le attività collaterali che potrebbero rifiorire (ristorazione, bar, negozi adatti all’uopo e chi più ne ha più ne metta). Passando dalla Forca di San Martino e vedendo la scritta ‘Compagnia Finzi Pasca’ o ‘Cardiocentro Ticino’, probabilmente anche l’attuale gigantesco edificio, sembrerebbe un po’ più ‘eco’ e meno ‘mostro’. E quel che più conta, Campione sarebbe nuovamente il borgo accogliente e vivace che ho scoperto una cinquantina di anni fa e che porto nel cuore. Volere è potere. Gilberto Bossi,
Caneggio