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Tanti e vecchi

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New York – In quasi 70 anni, dal 1950, il tasso di fertilità medio in tutto il mondo è progressiv­amente calato fino quasi a dimezzarsi, tanto che in quasi la metà dei paesi (91) il numero di figli che si fanno non basta a garantire l’attuale numero di abitanti. Nell’altra metà (104) è invece in aumento. Lo evidenzia il rapporto Global Burden of Disease (Gbs) pubblicato sulla rivista ’Lancet’. La popolazion­e mondiale intanto nello stesso periodo è quasi triplicata, passando da 2,6 miliardi di persone a 7,6 miliardi, rileva il rapporto. Nel 1950 il numero medio di figli per donna era di 4,7, mentre nel 2017 è arrivato a 2,4, pur con grandi differenze tra un paese e l’altro. In particolar­e, in molti paesi europei (come Spagna, Portogallo, Norvegia, Cipro), a Singapore, in Sud Corea, Australia e Usa, ogni donna ha meno di due figli. Si va dal picco massimo del Niger con ben 7,1 figli per donna, a quello minimo di Cipro di uno solo. Se si scende sotto la soglia di 2,1, la popolazion­e inizierà a ridursi. Nel 1950 nessun paese del mondo era in questa situazione. Sul numero di abitanti di un paese, oltre al tasso di fertilità, ci sono altre variabili che influiscon­o, come il tasso di mortalità e la migrazione. Presto saremo ad un punto di transizion­e dove bisognerà affrontare il calo della popolazion­e. Metà delle nazioni produce ancora abbastanza figli per crescere, ma visto che sempre più paesi crescono economicam­ente, il tasso di fertilità si abbasserà.

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KEYSTONE Avrò cura di te

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