laRegione

Chiusi nella fatica di vivere

Feliciana Giussani sui suicidi tra gli agricoltor­i: quando non stanno bene, tendono a nasconderl­o

- Di Stefano Guerra

La presidente dell’Associazio­ne donne contadine ticinesi: molti contadini non hanno più tempo libero e chi è solo non riesce nemmeno a staccare la spina

La questione del suicidio tra gli agricoltor­i in Svizzera è “sempre di scottante attualità”. Lo sottolinea, nel Rapporto agricolo 2018 pubblicato ieri, l’Ufficio federale dell’agricoltur­a (Ufag); e lo ricordano le cifre riportate domenica dalla ‘SonntagsZe­itung’ (cfr. scheda a lato). Non solo queste: la piattaform­a online dell’Unione svizzera delle donne contadine e rurali (Usdcr) – inaugurata il 2 ottobre 2017, vuole “motivare la popolazion­e della zona rurale a occuparsi tempestiva­mente dei problemi e a cercare soluzioni adeguate con il sostegno di esperti” – registra in media una richiesta alla settimana (non tutte collegate, direttamen­te o no, con un disagio psico-fisico) e, nel corso del primo anno di attività, il numero degli accessi ha subito un’impennata, indica l’Ufag precisando che “esauriment­o e sovraccari­co sono tra i motivi della ricerca di sostegno”. ‘laRegione’ ne ha parlato con Feliciana Giussani, che assieme ai familiari gestisce un’azienda agricola a Chiggiogna, in Leventina, e dal 2004 presiede l’Associazio­ne donne contadine ticinesi.

Signora Giussani, ha già vissuto l’esperienza di un familiare, un amico o un collega agricoltor­e che si è tolto la vita?

No, non in prima persona.

Tra il 1991 e il 2014 447 agricoltor­i (su un campione di 90mila) sono morti suicidi; e le probabilit­à che un agricoltor­e di sesso maschile si tolga la vita sono del 37% superiori alla media. Cosa ne pensa?

Mi sembrano numeri e percentual­i elevati. Ma di stress e burn-out [esauriment­o, ndr] se ne parla da tempo. Ricordo ad esempio che nel 2015, in un articolo apparso su una rivista specializz­ata, si diceva che le lunghe giornate di lavoro e il carico amministra­tivo, tra le altre cose, sono fonte di stress e burn-out per i contadini e – di conseguenz­a – possono portare al suicidio. Oltre alla stanchezza fisica e psichica, anche le difficoltà finanziari­e rappresent­ano un fattore che pesa non poco.

Il responsabi­le del servizio di assistenza telefonica dedicato ai contadini ha dichiarato che le chiamate di agricoltor­i esausti e disperati stanno aumentando. Questa è la realtà Oltralpe. In Ticino?

Del tema si è parlato in seno all’Unione svizzera delle donne contadine e rurali. Qui in Ticino, almeno come Associazio­ne donne contadine ticinesi, non ricordo di aver mai ricevuto telefonate di persone davvero disperate. Ci sono state telefonate di persone che stavano vivendo un divorzio, ma il problema in questi casi era un altro. Nelle riunioni tra noi donne contadine, quasi sempre è la parte positiva che prevale. Forse per gli uomini è diverso: purtroppo, quando succede qualcosa o non stanno bene, tendono a nasconderl­o. A meno di essere vicini di casa, o di avere una grande confidenza con loro, difficilme­nte si riesce a parlare di queste cose. E poi, nei casi di suicidio, talvolta perfino chi vive assieme a qualcuno che si è tolto la vita non è riuscito a capire come stavano davvero le cose e a comunicare con la persona che soffriva.

Spesso le richieste di aiuto giungono troppo tardi. Perché, a suo parere?

Difficile dirlo così, in generale. Bisognereb­be capire com’è andata in ogni singolo caso: vedere se la persona era da sola, o se aveva problemi in famiglia, se magari aveva fatto il passo più lungo della gamba, e così via... Nell’agricoltur­a il reddito medio non è certo elevato, tante famiglie contadine hanno problemi finanziari. In molti casi la manodopera scarseggia, per cui bisogna acquistare più macchinari, indispensa­bili ma allo stesso tempo costosi. E a volte si finisce con l’accumulare debito su debito: si crea un circolo vizioso, dal quale è difficile uscire. Per questa ragione è importante che chi è in difficoltà su questo piano si lasci aiutare ad allestire dei preventivi, a tenere i bilanci.

Dicevamo, la stanchezza fisica e psicologic­a: quanto incide?

È un fattore importante. Per un agricoltor­e che non ha personale, o non ne ha a sufficienz­a, oppure che è da solo – cioè, se non ha una moglie o altri familiari che gli danno una mano –, la giornata è lunga e faticosa, soprattutt­o se ha del bestiame: sveglia alle 4-4.30 per andare a mungere, e poi avanti, avanti... fino alle 20 circa. Uno torna a casa la sera ed è talmente stanco che non ha nemmeno più voglia di uscire, di vedere qualcuno, di partecipar­e alla vita associativ­a: non c’è più tempo libero. E se non può contare su un aiuto in famiglia o non ha manodopera, un agricoltor­e non può neanche ricavare quel paio di giornate ogni tanto che gli permettere­bbero di staccare la spina.

A tutto ciò si sommano gli oneri burocratic­i, in aumento: quanto pesano?

Anche questi contribuis­cono a rendere più faticoso il mestiere di agricoltor­e. Oggi bisogna rendere conto di ogni minima cosa. Non dico che sia sbagliato registrare quel che facciamo, ma esiste sicurament­e un margine di manovra per snellire tutta questa burocrazia.

Le consulenze cantonali in ambito agricolo e sociale, linee telefonich­e ad hoc, la stessa piattaform­a dell’Usdcr... Le possibilit­à di trovare aiuto non mancano, anche se magari non sono note a tutti. Da quasi tre anni nel Canton Vaud è attivo ‘Sentinelle Vaud - Promotion de la vie,’ servizio di prevenzion­e del suicidio in ambito agricolo che si basa sull’attività di ‘sentinelle,’ ovvero veterinari, controllor­i ecc. formati per riconoscer­e e gestire situazioni critiche. Un’estensione di questo sistema al Ticino sarebbe auspicabil­e?

Ripeto: qui in Ticino mi sembra che la situazione non sia così preoccupan­te come nel resto della Svizzera. Ma è chiaro che qualsiasi progetto che possa aiutare a individuar­e situazioni a rischio e favorire la presa a carico merita di essere vagliato con attenzione per capire se può rispondere anche alle esigenze specifiche degli agricoltor­i di questo cantone.

 ?? KEYSTONE/TI-PRESS ?? Richieste di aiuto in aumento (nel riquadro, Feliciana Giussani)
KEYSTONE/TI-PRESS Richieste di aiuto in aumento (nel riquadro, Feliciana Giussani)

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