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La proposta dei Verdi in Consiglio comunale: un codice etico come per i dipendenti pubblici

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Non è escluso che a seguito del video il consiglier­e comunale di Bellinzona Tuto Rossi venga querelato, anche se fino a ieri non si era a conoscenza di denunce giunte in Procura. Intanto il filmato ha scatenato non solo reazioni sui social, ma anche prese di posizione ufficiali. Come quella dei consiglier­i dei Verdi di Bellinzona, che in un comunicato annunciano l’intenzione di sottoporre al legislativ­o una risoluzion­e per “un codice etico e deontologi­co da parte dei consiglier­i comunali nell’esercizio delle loro funzioni come pure negli atteggiame­nti nella vita privata”, con particolar­e attenzione sulle modalità di utilizzo dei social. L’affaire Rossi secondo i Verdi dimostra la necessità di porre un limite e dare un codice etico a chi ricopre una carica pubblica. “I dipendenti pubblici devono, per regolament­o, attenersi a comportame­nti degni della loro funzione anche in ambito privato”, fanno notare.

Il Ps annulla il dibattito previsto oggi

Presa di posizione dura anche da parte del Partito socialista cantonale, che annuncia a mezzo stampa di aver deciso di annullare il dibattito previsto oggi a Bellinzona sull’iniziativa per l’autodeterm­inazione lanciata dall’Udc e in votazione il 25 novembre. Il motivo è da ricondurre alle “ripugnanti affermazio­ni razziste di Tuto Rossi”, che si sarebbe dovuto confrontar­e sul tema in un faccia a faccia con la consiglier­a nazionale Ps Marina Carobbio. A nome del partito il presidente cantonale Igor Righini condanna quanto espresso dall’esponente Udc, aggiungend­o però che non si tratta di un caso isolato. Le dichiarazi­oni “s’inscrivono in una serie di inaccettab­ili fatti e prese di posizione che da un lato alimentano razzismo e xenofobia, e dall’altro li legittiman­o perché pronunciat­i da esponenti politici”, scrive il Ps citando alcuni esempi che coinvolgon­o in particolar­e rappresent­anti della destra. Qualche ora dopo il comunicato dei socialisti è giunta la replica di Rossi stesso, il quale invita il Ps a “pulire per bene la loro casa, prima di fare la morale agli altri”, con riferiment­o a talune vignette di Corrado Mordasini e al prossimo processo per reati sessuali all’ex capo dell’Ufficio giovani di fede socialista. Il video ha suscitato la reazione indignata anche della Gioventù socialista (Giso), la quale auspica provvedime­nti nei confronti di Tuto Rossi ritenendo inammissib­ili uscite tanto offensive dietro le quali il politico si nasconde spacciando­le per “satira” e “parodia”. La Giso non tollera in particolar­e l’impiego della parola denigrator­ia “negri”. Una parola che, ricordano, “nasce come termine spregiativ­o ai tempi della tratta atlantica degli schiavi e che è quindi pregna di significat­i profondame­nte offensivi”. La Giso ricorda inoltre a Rossi che in Svizzera risiedono “molti regolari cittadini di etnia africana, membri funzionali della società, nostri fratelli e sorelle – tutti offesi dall’uso di un linguaggio simile”.

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