laRegione

Con i cerotti ma ambiziosi

Assenti e acciaccati non incrinano la fiducia di Petkovic, nemmeno quando gli comunicano la frattura di Embolo

- di Sebastiano Storelli

Piove sul bagnato. E se per il Ticino da oggi è previsto il ritorno del sole, per la Nazionale svizzera il detto continua, purtroppo, ad essere di attualità. Ieri a Lugano sono arrivati – in vista dell’amichevole di Cornaredo con il Qatar e della sfida di domenica a Lucerna contro il Belgio, valida per la Nations League – molti giocatori intenti a leccarsi le ferite. «Le ultime settimane – ha confermato Vladimir Petkovic – da questo punto di vista sono state un calvario: in alcuni momenti vi erano fino a 10-11 giocatori la cui presenza era messa in dubbio da vari problemi fisici». E sul bagnato si è rovesciato ieri, attorno alle 16.00, l’acquazzone della notizia del forfait di Breel Embolo, vittima di una frattura al dito medio del piede sinistro, frattura che non richiederà intervento chirurgico, ma che terrà fuori l’attaccante dello Schalke per le prossime sei settimane (lo ha sostituito il renano Dimitri Oberlin). E quella dell’ex Basilea non è l’unica nota negativa stampata su quello che appare come un bollettino di guerra... «Devo dire che di questi tempi non è per nulla allegro fare il selezionat­ore della Nazionale. Diversi giocatori – Bürki, Mehmedi, Lichtstein­er, Djourou – hanno dovuto rinunciare alla convocazio­ne. Speravo di poter recuperare Manuel Akanji, ma, purtroppo per noi, dopo un infortunio e un importante periodo di riabilitaz­ione, negli ultimi sette giorni ha dovuto disputare tre partite. E sabato sera mi ha informato dei persistent­i dolori all’anca. In questi casi a rimetterci è sempre la Nazionale...». Diversi tra coloro i quali hanno risposto all’appello di Petkovic sono giunti a Lugano in condizioni precarie... «Tim Klose non è al 100% a causa di problemi a una caviglia, ma lo recuperere­mo. Fabian Schär, dopo aver contribuit­o agli ultimi due successi del Newcastle, ieri in uno scontro con un compagno di squadra si è fratturato il naso. Sarà comunque presente, perché è intenziona­to a giocare contro il Qatar, vista la squalifica che gli impedirà di scendere in campo contro il Belgio. E poi c’è pure Sow, presentato­si con una botta che ne mette in forse la disponibil­ità. Ma, come si dice, “next man up”, sotto a chi tocca. Andrà comunque in campo un undici di valore. Rimaniamo concentrat­i e vinciamo contro il Qatar per prepararci al meglio per la sfida contro il Belgio che potrebbe permetterc­i di qualificar­ci per la fase finale della Nations League e di disputarla, magari, a casa nostra».

‘Voglio segnali importanti’

Tutti questi problemi fisici non sono però l’ideale per preparare la sfida con i Diavoli Rossi... «Sulla carta saremo gli outsider, ma alla luce della prestazion­e offerta a Bruxelles sono convinto che ci si possa credere sino in fondo. Faremo tutto il possibile per sorprender­e i tifosi e anche noi stessi. Il Belgio è un avversario tosto, non a caso è il numero uno del ranking Fifa, ma noi desideriam­o confermare il valore già espresso in tante circostanz­e». Questi mesi hanno fornito l’oc-

casione per effettuare qualche test. A Lugano si sono aggregati anche Loris Benito e Jonas Omlin, altri due prodotti della Super League... «Benito era stato convocato una prima volta più di quattro anni fa, ma in quel momento non era sufficient­emente maturo per competere con gli altri. Da diverso tempo a questa parte, però, lo vedo molto maturato, adesso è pronto. E lo dimostrano i successi personali e di squadra ottenuti con la maglia dello Young Boys. Merita senz’altro una nuova opportunit­à. Per quanto concerne Omlin, è uno dei tanti portieri svizzeri che stanno facendo molto bene. Dopo Kobel, Von Ballmoos e Mvogo era giusto dargli la possibilit­à di mettersi in luce. Se l’è meritata». A inizio dicembre, a Dublino si sorteggera­nno i gruppi di qualificaz­ione per Euro 2020. Adesso le cose si fanno ancora più serie... «In questo periodo, pur mantenendo l’accento sui risultati, ho avuto modo di sperimenta­re, ma adesso occorre tirare una riga e stabilizza­re ulteriorme­nte una squadra già di per sé solida, in modo da creare una base sicura con la quale lavorare nel futuro prossimo. Per tutti i giocatori, sia vecchi sia nuovi, è giunto il momento di dare segnali importanti e dimostrare di poter rimanere in questo gruppo».

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TI-PRESS/CRINARI Quante defezioni
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TI-PRESS/CRINARI Esercizi di mira
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TI-PRESS/CRINARI Quattro anni dopo...
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TI-PRESS/CRINARI Lang e Sommer a Villa Sassa

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