Troppi hamburger
New York – Se gli americani rinunciassero ad uno dei tre hamburger di carne che, in media, mangiano ogni settimana scegliendone uno a base di erbe si potrebbero eliminare le emissioni di gas serra corrispondenti a 12 milioni di auto circolanti per un anno. Lo rilevano due ricercatori che hanno lavorato a scomporre gli elementi di base della carne rossa in proteine, grassi, acqua e oligoelementi, per ottenere un sostituto abbastanza simile alla carne di manzo prodotto interamente dalle piante, con un costo ambientale molto più basso. I ricercatori sostengono che i loro hamburger richiedono tra 75 e 99% in meno di acqua, circa il 95% in meno di terreno arabile e generano circa il 90% emissioni di gas serra in meno di un hamburger. “Uno dei modi più distruttivi di lasciare la nostra impronta sul pianeta – sostiene James Lomax, responsabile del programma Sistemi alimentari sostenibili e agricoltura delle Nazioni Unite – è infatti produrre carne da allevamenti intensivi. Se le mucche fossero una nazione sarebbero il terzo più importante emettitore di gas serra al mondo; e per produrre un hamburger di 150 grammi, sono necessari più di 1’600 litri d’acqua. Dunque hamburger e patatine fritte, il piatto più consumato nel mondo, è quello a più alto impatto ambientale. E non basta: secondo la Fao, la domanda di carne è in costante aumento. Si tratta dunque di pensare a come produrre e consumare carne con minore impatto ambientale. Secondo gli esperti della gestione sistemi alimentari sostenibili delle Nazioni Unite, per il benessere dell’uomo e del pianeta è necessario, innanzitutto, ridurre il consumo di carne proveniente da allevamenti intensivi.