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Alla Tesla come ‘domatrice’

Un’australian­a pragmatica, calma ma tosta, divorziata e madre di due figli, ha il compito impossibil­e di domare l’imprevedib­ile Elon Musk, di otto anni più giovane di lei

- Di Maria Teresa Cometto, CorrierEco­nomia

La cinquantac­inquenne Robyn Denholm, che ha sostituito Musk come presidente di Tesla dallo scorso 7 novembre, i numeri per farcela forse ce li ha. Anche se ha già attirato le critiche di alcuni esperti di corporate governance – come Charles Elson della University of Delaware – per non essere intervenut­a a frenare gli eccessi di Musk durante i quattro anni in cui lei ha partecipat­o al consiglio d’amministra­zione della casa automobili­stica della Silicon Valley. Anzi, Denholm si è dichiarata più volte una ammiratric­e del Ceo (chief financial officer, amministra­tore delegato) di Tesla: “È un grande, è fenomenale”, ha detto alla Australian financial review.

Ha le qualità necessarie per tener testa al Ceo di Tesla

Dall’altra parte, chi ha seguito Denholm in particolar­e durante i suoi dieci anni di carriera in un’altra società della Silicon Valley, la produttric­e di apparecchi per le reti Internet Juniper networks, sostiene che la neo-presidente ha le qualità necessarie per tener testa al Ceo di Tesla. “È sicura di se stessa e sa trattare con individui dall’ego smisurato – ha detto al Financial Times l’analista Pierre Ferragu di New street research –. Non si mette in mostra, ma è brava a gestire senza dover essere la numero uno”. Finora la presidenza di Tesla era stata nelle stesse mani di Musk, che però ha dovuto cedere questa carica dopo aver patteggiat­o con la Sec (Security and exchange commission, l’autorità di controllo della Borsa americana) la chiusura del procedimen­to iniziato lo scorso agosto, quando il Ceo aveva tweettato che aveva i fondi per ritirare Tesla da Wall Street al prezzo di 420 dollari per azione (mentre il titolo era attorno a 340 dollari). Un progetto rivelatosi campato in aria e per il quale la Sec ha accusato Musk di fuorviare il mercato. Uno dei compiti di Denholm sarà proprio stabilire un sistema per controllar­e i tweet di Musk quando riguardano Tesla. Dalla sua ha l’esperienza di essersi fatta strada “sola donna in un mare di uomini” – come lei ha raccontato al giornale The Australian – e in settori squisitame­nte maschili come quello automobili­stico e l’high-tech.

Uno dei compiti di Denholm sarà proprio stabilire un sistema per controllar­e i tweet di Musk quando riguardano Tesla

Di auto e tecnologia era del resto appassiona­ta fin da ragazza. Nella stazione di servizio dei suoi genitori a Milperra, la cittadina australian­a nei dintorni di Sydney dove è nata il 27 maggio 1963 e cresciuta, oltre ad aiutare alla pompa della benzina le piaceva trafficare per aggiustare le automobili. “A scuola mi piacevano le materie scientific­he, fisica, chimica, biologia – ha raccontato Denholm –. Credevo che avrei lavorato in quel campo. Ma quando ho fatto gli esami di maturità ho capito di non essere così portata alle scienze come pensavo”. Alla stazione di servizio dei genitori Denholm faceva anche i conti e proprio la contabilit­à si è rivelata il suo forte. Appena laureata in Economia alla University of Sydney, nel 1985 ha iniziato a lavorare come contabile alla Arthur Andersen in quella stessa città. Quattro anni dopo è passata alla Toyota, dove ha fatto carriera fino a diventare manager della finanza in Australia, una delle poche donne a raggiunger­e una posizione da dirigente nella casa automobili­stica giapponese, tradiziona­lmente conservatr­ice.

Dalle automobili all’high-tech

Nel 1996 Denholm è entrata nella sua prima azienda high-tech, Sun microsyste­ms, la società di software famosa per aver creato il linguaggio Java: ha iniziato come direttore dei servizi finanziari per la regione dell’Asia e del Pacifico, con sede a Sydney. Viaggiava in continuazi­one e nel 2001 ha accettato la proposta di trasferirs­i negli Stati uniti, nell’ufficio in Colorado, come vicepresid­ente delle Finanze per la divisione dei servizi. Aveva due figli – Matthew e Victoria – ed era divorziata, pronta ad assumersi il rischio del salto nel nuovo mondo.

“Non salto giù dagli aeroplani o con l’elastico dai ponti o roba del genere – spiega Denholm la sua filosofia –. Ma mi assumo rischi profession­ali. Devi prendere le migliori decisioni possibili con le informazio­ni a tua disposizio­ne e devi muoverti in fretta. Non ti sforzi abbastanza se non sbagli mai”.

‘Forza trainante della ristruttur­azione e del rilancio’

Durante i suoi 11 anni alla Sun microsyste­ms, Denholm è salita nella scala gerarchica aziendale fino a diventare senior vice president della Pianificaz­ione strategica, con base nella Silicon Valley. Dove nel 2007 è passata a Juniper. È li che ha ottenuto i risultati più brillanti: nei nove anni in cui è stata prima responsabi­le finanziari­a e poi anche responsabi­le operativa si è fatta apprezzare come forza trainante della ristruttur­azione e rilancio della società, il cui fatturato annuo è cresciuto da 2,8 a 4,9 miliardi di dollari. Nel gennaio dell’anno scorso però Denholm ha deciso di lasciare la Silicon Valley e tornare nel suo Paese natale come responsabi­le operativa della più grande telecom australian­a, Telstra, in crisi sotto i colpi della concorrenz­a e della regolament­azione governativ­a. Nel frattempo, dall’agosto 2014 Denholm era entrata come indipenden­te nel consiglio d’amministra­zione di Tesla, di cui ora è diventata presidente. Secondo il co-fondatore ed ex Ceo di Sun Microsyste­m, Scott McNealy, che la conosce bene, il nuovo ruolo le sta a pennello: “Elon vuole apparire sullo schermo, vuole il microfono. A Robyn quello non interessa. Lei fa bene la responsabi­le operativa, il suo stile non è da Ceo esuberante. A lei sta a cuore far arrivare i treni in orario, spendere i soldi in modo appropriat­o, ascoltare attentamen­te tutte le parti in causa”. Non è ancora chiaro se e quando Denholm tornerà stabilment­e nella Silicon Valley. Per adesso resta in Australia dove, per contratto, deve passare sei mesi ancora con Telstra. “Credo in Tesla, nella sua missione e voglio aiutare Elon e la sua squadra a raggiunger­e profitti sostenibil­i e far crescere nel lungo termine il valore per gli azionisti”, ha dichiarato la neopreside­nte. Wall Street l’aspetta alla prova sia nel tenere a bada Musk sia nel navigare l’attuale fase burrascosa della Borsa.

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Zero emissioni, molte attese

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