laRegione

Legge polizia, standby opportuno

Norma richiamata dalla Legislazio­ne per una serie di emendament­i presentati in ‘zona Cesarini’

- Di Andrea Manna

Non fa una grinza la replica, ieri in Gran Consiglio, di Michela Delcò Petralli al deputato liberale radicale Giorgio Galusero, già ufficiale della Cantonale, preoccupat­o per la scarsa consideraz­ione che alcuni politici avrebbero delle forze dell’ordine. Questa riforma della legge sulla polizia è molto importante perché tocca i diritti fondamenta­li e il garantismo nelle legislazio­ni penali dei Paesi democratic­i c’è per evitare abusi da parte dello Stato, ha detto in sostanza la parlamenta­re dei Verdi, giurista di formazione, avvocato di profession­e. E allora quando è in ballo una riforma di tale portata (…)

Gendotti, Viscardi e Delcò Petralli chiedono più garantismo. Galusero: ‘Escamotage’. La replica: ‘Proposte opportune perché si toccano i diritti fondamenta­li’.

Alt! La Polizia cantonale dovrà attendere ancora qualche settimana per sapere se potrà mai tenere persone ubriache o moleste in custodia preventiva per (al massimo) 24 ore, svolgere inchieste mascherate e indagini in incognito. I cambiament­i alla relativa legge, che ieri dovevano essere votati in Gran Consiglio, sono invece stati richiamati in commission­e della Legislazio­ne sotto la pressione di una raffica di emendament­i (25) presentati in mattinata da Sabrina Gendotti (Ppd), Giovanna Viscardi (Plr) e Michela Delcò Petralli (Verdi). Emendament­i che si traducono in quattro pagine costellate di aggiunte in rosso e depennamen­ti con riga nera al testo legislativ­o uscito dalla maggioranz­a commission­ale (la minoranza chiede la bocciatura dell’entrata in materia per meglio approfondi­re alcune criticità di fondo). Primo adeguament­o sostanzial­e, lo stralcio di allontanam­enti, respingime­nti ed espulsioni dalle motivazion­i per la custodia preventiva. La polizia potrà quindi trattenere solo persone che mettono in pericolo sé stesse o che perturbano la sicurezza e l’ordine pubblico. Altra modifica di peso, l’obbligo (e non più solo la possibilit­à) di chiedere l’intervento di un medico a fronte di una richiesta espressa della persona fermata o qualora le sue condizioni psicofisic­he appaiano alterate. Vera e propria stretta di bulloni, poi, sulle condizioni delle indagini preventive che in nessun caso potranno essere decise unicamente dagli ufficiali di polizia (come prevede il testo originale). Tutte dovranno preventiva­mente essere approvate da un giudice dei provvedime­nti coercitivi, il quale dovrà poi autorizzar­e l’eventuale prolungo della misura oltre il primo mese. Il governo, stando agli emendament­i, sarà chiamato ad allestire, entro 2 anni, un rapporto sull’applicazio­ne della legge. La polizia dovrà invece annualment­e informare legislativ­o, esecutivo e incaricato della protezione dei dati sui dettagli di tutte le indagini. Modifiche sostanzial­i «su cui la commission­e non ha mai potuto chinarsi», ha fatto notare la presidente della Legislazio­ne Amanda Rückert, informando il parlamento che la maggioranz­a commission­ale ha richiamato il tema. Mossa che ha fatto adirare Giorgio Galusero, correlator­e di maggioranz­a: «Presentare all’ultimo questi emendament­i è un escamotage per rimandare l’adozione di misure di cui la polizia ha bisogno». Accuse «gratuite», ha replicato Michela Delcò Petralli: «Non siamo contro la polizia, ma questa legge tocca i diritti fondamenta­li e il garantismo, che proteggono i cittadini da abusi da parte dello Stato». Se ne riparlerà il 10 dicembre.

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TI-PRESS Se ne parlerà nella sessione del 10 dicembre

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