Legge polizia, standby opportuno
Norma richiamata dalla Legislazione per una serie di emendamenti presentati in ‘zona Cesarini’
Non fa una grinza la replica, ieri in Gran Consiglio, di Michela Delcò Petralli al deputato liberale radicale Giorgio Galusero, già ufficiale della Cantonale, preoccupato per la scarsa considerazione che alcuni politici avrebbero delle forze dell’ordine. Questa riforma della legge sulla polizia è molto importante perché tocca i diritti fondamentali e il garantismo nelle legislazioni penali dei Paesi democratici c’è per evitare abusi da parte dello Stato, ha detto in sostanza la parlamentare dei Verdi, giurista di formazione, avvocato di professione. E allora quando è in ballo una riforma di tale portata (…)
Gendotti, Viscardi e Delcò Petralli chiedono più garantismo. Galusero: ‘Escamotage’. La replica: ‘Proposte opportune perché si toccano i diritti fondamentali’.
Alt! La Polizia cantonale dovrà attendere ancora qualche settimana per sapere se potrà mai tenere persone ubriache o moleste in custodia preventiva per (al massimo) 24 ore, svolgere inchieste mascherate e indagini in incognito. I cambiamenti alla relativa legge, che ieri dovevano essere votati in Gran Consiglio, sono invece stati richiamati in commissione della Legislazione sotto la pressione di una raffica di emendamenti (25) presentati in mattinata da Sabrina Gendotti (Ppd), Giovanna Viscardi (Plr) e Michela Delcò Petralli (Verdi). Emendamenti che si traducono in quattro pagine costellate di aggiunte in rosso e depennamenti con riga nera al testo legislativo uscito dalla maggioranza commissionale (la minoranza chiede la bocciatura dell’entrata in materia per meglio approfondire alcune criticità di fondo). Primo adeguamento sostanziale, lo stralcio di allontanamenti, respingimenti ed espulsioni dalle motivazioni per la custodia preventiva. La polizia potrà quindi trattenere solo persone che mettono in pericolo sé stesse o che perturbano la sicurezza e l’ordine pubblico. Altra modifica di peso, l’obbligo (e non più solo la possibilità) di chiedere l’intervento di un medico a fronte di una richiesta espressa della persona fermata o qualora le sue condizioni psicofisiche appaiano alterate. Vera e propria stretta di bulloni, poi, sulle condizioni delle indagini preventive che in nessun caso potranno essere decise unicamente dagli ufficiali di polizia (come prevede il testo originale). Tutte dovranno preventivamente essere approvate da un giudice dei provvedimenti coercitivi, il quale dovrà poi autorizzare l’eventuale prolungo della misura oltre il primo mese. Il governo, stando agli emendamenti, sarà chiamato ad allestire, entro 2 anni, un rapporto sull’applicazione della legge. La polizia dovrà invece annualmente informare legislativo, esecutivo e incaricato della protezione dei dati sui dettagli di tutte le indagini. Modifiche sostanziali «su cui la commissione non ha mai potuto chinarsi», ha fatto notare la presidente della Legislazione Amanda Rückert, informando il parlamento che la maggioranza commissionale ha richiamato il tema. Mossa che ha fatto adirare Giorgio Galusero, correlatore di maggioranza: «Presentare all’ultimo questi emendamenti è un escamotage per rimandare l’adozione di misure di cui la polizia ha bisogno». Accuse «gratuite», ha replicato Michela Delcò Petralli: «Non siamo contro la polizia, ma questa legge tocca i diritti fondamentali e il garantismo, che proteggono i cittadini da abusi da parte dello Stato». Se ne riparlerà il 10 dicembre.