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Pensioni del governo, l’Mps scrive a Gestione e pg

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Il Movimento per il socialismo (Mps) torna alla carica sulla questione del trattament­o pensionist­ico dei consiglier­i di Stato. Lo fa scrivendo alla Commission­e della gestione, chiedendo di avviare una pretesa di restituzio­ne di quanto incassato «senza alcuna base legale» da ex ministri e in carica, dal 1998 al 2018, per rendita sostitutiv­a Avs, anni di riscatti e finanziame­nto a fondo perso della propria abitazione. Parallelam­ente, scrivendo anche al procurator­e generale Andrea Pagani. Dicendogli cosa? «Che abbiamo fatto i compiti», hanno spiegato ieri mattina in conferenza stampa il granconsig­liere Matteo Pronzini e il coordinato­re dell’Mps Giuseppe Sergi. Nel senso che «nel suo decreto d’abbandono emesso il 25 settembre ci ha invitati ad approfondi­re i fatti prima di inoltrare al Ministero pubblico degli esposti». E, dice l’Mps, è stato fatto. «A dimostrare come non vi sia base legale per il versamento della rendita sostitutiv­a Avs (22’560 franchi annui) ci sono due perizie, una del professor Etienne Grisel, l’altra del consulente giuridico del Gran Consiglio». A sostegno della loro tesi che i consiglier­i di Stato paghino un anno di riscatto molto meno del suo reale valore, invece, «abbiamo prodotto il calcolo effettuato da un attuario molto noto nel settore». Davanti a queste «novità», per Pronzini e Sergi «il fatto che il governo abbia detto che non intende sospendere, quantomeno in via prudenzial­e, il versamento di questa rendita e non abbia chiesto un’altra perizia in merito agli anni di riscatto, magari ponendosi il dubbio che le cifre non tornino, per noi costituisc­e un abuso di autorità». Di più. «Il fatto che lo stesso Zali sia cosciente, come detto in parlamento, che gli atti legislativ­i non sono a posto, mostra come sappiano di agire nell’illegalità e la situazione debba essere risolta». Da noi raggiunto, Gabriele Pinoja (Udc), nega che sul costo degli anni di riscatto e sulla rendita ponte Avs si sia nell’illegalità, e rileva come «ne abbiamo già discusso in Gestione, e nel primo trimestre del 2019 porteremo in parlamento il nostro progetto di revisione dell’intero sistema pensionist­ico dei consiglier­i di Stato. Non è vero che non stiamo lavorando, e sottoporre­mo al plenum del Gran Consiglio le nostre proposte». JAC

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