‘Ripensare il sistema dei sussidi Lamal’
L’onere annuo dei premi dell’assicurazione malattia non deve superare un mese di salario. È questa la rivendicazione di Caritas, che domanda una riforma del sistema dei sussidi per aiutare le famiglie a basso reddito. “Oltre 600mila persone in Svizzera vivono appena al di sopra della soglia di povertà. Si trovano in una situazione precaria che rischia di precipitare al minimo aumento delle loro spese”, ha affermato ieri davanti ai media a Berna Bettina Fredrich, responsabile della politica sociale dell’ente assistenziale, secondo la versione scritta del suo intervento. Nessun’altra spesa pubblica grava sul bilancio delle famiglie quanto i premi dell’assicurazione malattia, ha aggiunto Hugo Fasel, direttore di Caritas. Per giunta, mentre i premi continuano a gonfiarsi, i contributi versati che ne permettono la riduzione scendono: secondo l’organizzazione, nella maggior parte dei Cantoni hanno subito una diminuzione dal 2010 e non sono più consoni all’evoluzione dei costi, anche perché i soldi vengono spesso dirottati dalla riduzione ordinaria dei premi verso l’aiuto sociale e le prestazioni complementari. Alcuni Cantoni vengono tuttavia citati quali esempi positivi: Vaud, Sciaffusa e Grigioni hanno inserito nella legge degli obiettivi concreti in merito all’onere massimo ammissibile dei premi sui budget delle famiglie. Nel cantone retico è stato per esempio deciso che il carico finanziario non deve oltrepassare il 10% del reddito determinante. Per le classi più povere, il tetto è stato fissato al 5%. Caritas richiede che un tale sistema di riduzione differenziata sia instaurato a livello nazionale. Stando all’Ufficio federale di statistica (Ust), i premi di cassa malati nel 2016 rappresentavano mediamente il 6,2% (626 franchi) delle spese di un’economia domestica. Le famiglie hanno speso di più per assicurazioni sociali (9,7%; 972 franchi), imposte (11,5%; 1’153 franchi), affitto ed energia (14,7%; 1’476 franchi) e trasporti (7,7%, 770 franchi). Nel 2016, indicano i dati pubblicati ieri, il reddito disponibile medio al mese delle famiglie (2,2 persone) ammontava a 7’124 franchi (reddito lordo: 10’033). Una volta coperte tutte le spese, alle economie domestiche rimanevano in media 1’551 franchi (il 15,5% del reddito lordo) da destinare al risparmio. Ma in genere, osserva l’Ust, quelle con un reddito lordo inferiore a 5’000 franchi non sono riuscite a mettere da parte nulla: spesso hanno speso più di quanto hanno percepito. ATS/RED