Bennett salva il governo di Netanyahu
Tel Aviv – Benjamin Netanyahu ha salvato il proprio governo. Anzi, gliel’ha salvato Naftali Bennett, il leader di ‘Focolare ebraico’, che ieri non ha annunciato le dimissioni sue e del responsabile della Giustizia Ayelet Shaked, dando credito alle promesse di “cambiamento” del premier. Non si sa, naturalmente, che cosa un falco come Bennett abbia ricevuto in cambio, ma Netanyahu ha potuto affermare che l’esecutivo arriverà alla naturale scadenza della legislatura, a fine 2019. Così, la conferenza stampa che doveva sancire la fine dell’esecutivo si è trasformata, a sorpresa, in una nuova linfa per Netanyahu, rimasto di fatto la sola alternativa a sé stesso. Del resto già prima dell’intervento decisivo di Bennett, il premier aveva continuato a sollecitare i dissidenti, ribadendo in Commissione affari esteri della Knesset che “sarebbe stato da irresponsabili rovesciare il governo in tempi così sensibili per la sicurezza nazionale”. Per portare la partita a casa, Netanyahu ha lasciato a Bennett la responsabilità di andare a un voto anticipato dall’esito incerto. Una trappola politica alla quale Bennet è riuscito a sfuggire: il potente ministro nazionalista religioso che aveva chiesto per sé la poltrona della Difesa – dopo le dimissioni di Avigdor Lieberman – ha spiegato di aver ritirato il suo ultimatum al governo per “dare fede” alle promesse di Netanyahu di un profondo cambiamento di rotta sulla sicurezza. Prima, tuttavia, ha messo in chiaro ciò che dovrà cambiare: “Abbiamo imposto briglie ai nostri militari, sia di carattere legale, sia concettuali. Temono più il capo della magistratura militare che non Yihia Sinwar [il leader di Hamas, ndr]. La nostra politica di sicurezza – ha lamentato – ha preso negli ultimi dieci anni una brutta piega. Si è generata la convinzione che non ci sia soluzione ai missili e al terrorismo. Invece c’è. Quando Israele vorrà vincere, tornerà a farlo”. E quello della sicurezza è sempre un argomento vincente: “La sicurezza del nostro Paese – ha risposto Netanyahu – ha la precedenza sulla politica”. E in qualche modo la foraggia.