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Delta Resort, negato l’effetto sospensivo Agenti ‘picchiator­i’ in aula

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Con una sentenza (anticipata domenica dal settimanal­e “Il Caffè”) il Tribunale federale ha dato ragione al Municipio di Locarno nell’infinita controvers­ia sul Delta Resort. La decisione non riguarda il merito della questione – la possibilit­à o meno, per i proprietar­i degli appartamen­ti annessi all’albergo, di poterne beneficiar­e in esclusiva, senza cioè doverli affittare a terzi tramite l’hotel – ma solo l’effetto sospensivo sull’ingiunzion­e di “sfratto” di alcuni proprietar­i pronunciat­a dalla Città. Dando ragione a quest’ultima, in pratica, il Tf ha stabilito che la decisione municipale dev’essere immediatam­ente esecutiva. Questo, in attesa che nel merito si esprima il Consiglio di Stato. Per altro, questo filone secondario interessa in concreto soltanto a una famiglia, che attualment­e abita in uno degli apparthote­l. Famiglia con cui, come confermato alla “Regione” da fonti di Palazzo Marcacci, il Municipio ha trovato un accordo nel senso di concedere un congruo periodo di tempo per organizzar­e l’uscita dai locali. Nella decisione sull’effetto sospensivo i giudici losannesi fanno comunque riferiment­o anche ad aspetti importanti di merito. Quello principale riguarda il principio costituzio­nale della libertà di domicilio, evocato dal legale della famiglia Ambrosoli, proprietar­ia del Park Hotel Delta e patrocinat­rice del Delta Resort. Da questo punto di vista il Tribunale federale riconosce l’esistenza della libertà di domicilio, ma sottolinea che essa deve comunque sempre essere compatibil­e con la zona di riferiment­o. Nel caso specifico, stando al Municipio, nella zona e per gli oggetti in esame non è ammessa la residenza primaria. D.MAR. Lesioni semplici, ripetute. E abuso d’autorità. Sono le ipotesi di reato che pesano su due agenti della Polizia cantonale oggi a processo alle Assise correziona­li di Locarno (a Lugano) per un controvers­o controllo durante il quale un conducente ubriaco fu, a suo dire, picchiato. L’aggression­e nei suoi confronti fu duplice: una prima volta all’esterno dell’ospedale La Carità di Locarno, sul cui parcheggio l’uomo fu fatto scendere dalla sua auto; successiva­mente, in uno stanzino del Pretorio, sede della Gendarmeri­a Locarno. Per la fattispeci­e ai due agenti l’ex procurator­e generale John Noseda aveva proposto una pena pecuniaria di 150 aliquote giornalier­e (sospese) più una multa. Ma la proposta di condanna emessa con decreto d’accusa non era stata accettata da nessuno dei due accusati, che avevano per l’appunto ricorso, scegliendo la via del processo pubblico. In aula, questa mattina dalle 9.30, saranno assistiti dagli avvocati Andrea Bersani e Brenno Canevascin­i, mentre l’accusa sarà sostenuta dal nuovo Pg, Andrea Pagani. Presidente della Corte, il giudice Mauro Ermani.

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