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‘Sul lupo occorre una scelta politica’

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Il lupo torna a uccidere in Ticino. Più precisamen­te sul Piano di Magadino, sul fondovalle della sponda destra del Ticino tra Gordola e Riazzino. Una decina di pecore, alcune delle quali gravide, sono state trovate sgozzate a causa di due attacchi, uno avvenuto la notte tra sabato e domenica e l’altro in quella successiva. La ‘Regione’ ha raggiunto Barbara Gianettoni, titolare dell’omonima azienda agricola bio – la più antica del Ticino – a Gordola: «Il pascolo è alle Bolle di Magadino – spiega –. Una donna mi ha segnalato che sul terreno che dà verso l’aeroporto una pecora giaceva morta impigliata alla recinzione. Quando mi sono avvicinata mi sono accorta che faceva finta. E già questo è un aspetto veramente curioso. Infatti quando l’ho districata se n’è tornata tranquilla­mente al pascolo». Non è successo lo stesso alle 5 pecore che invece nella notte erano state effettivam­ente sbranate dal lupo: tutte erano gravide e tutte, salvo una, ancora giovani. «Dopo aver visto il morso classico alla gola dei poveri animali possiamo affermare con certezza che è stato il lupo. I risultati delle analisi giungerann­o comunque non prima di qualche settimana». Il gregge si ritrova così decimato: all’azienda Gianettoni rimangono 9 ovini. La proprietar­ia ha fatto parte del gruppo grandi predatori del Cantone, quindi sa di cosa parla quando afferma che «qualsiasi strumento di protezione efficace richiedere­bbe una spesa esagerata. L’allevament­o di bestiame minuto crea tantissima biodiversi­tà, mentre il lupo è un lusso che vogliamo permetterc­i. Molti sono i progetti in ballo, cari e discutibil­i. Si tratta, come politica, di fare una precisa scelta di campo». D.MAR.

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Una delle pecore sbranate

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