Più attenzione alla disoccupazione tardiva
sulla scia di una recente lettera aperta, inviata alla stampa da un cinquantenne alla disperata ricerca di un’occupazione lavorativa, avevo auspicato che le autorità rivolgessero concretamente la loro attenzione al fenomeno della disoccupazione tardiva. se, infatti, è più che giusto concentrarsi sul sostegno ai giovani che si immettono per la prima volta nel mondo del lavoro, trovo che lo sia ancor di più garantire aiuto a chi, in età non ancora pensionabile, perde l’occupazio- ne e non riesce più a trovarla, trascorrendo in modo infruttuoso il tempo al beneficio delle indennità. Trascorsi i mesi di legge, poi, si apre per loro il baratro finanziario oltre che personale. Contrariamente a ciò che si dice, sono purtroppo frequenti i casi di cinquantenni che durante tutto il periodo in cui sono in disoccupazione, e nonostante le incessanti ricerche, non ottengono alcuna attenzione da potenziali datori di lavoro. sintomatico, poi, è che nemmeno gli uffici regionali di collocamento riescano a segnalare loro occupazioni. Questo è un segmento della disoccupazione negletto, che genera profonda frustrazione e notevoli disagi sociali. eppure, l’autorità se ne occupa solo marginalmente. Vero che parte delle competenze sono federali, tuttavia il Cantone non può ignorare il fenomeno ed abbandonare queste persone al loro destino. a fronte del fatto incontestabile che molte aziende preferiscano assumere persone più giovani e tanti frontalieri, occorre evidenziare che questo comportamento di fatto priva i datori di lavoro del know-how e delle competenze di chi vanta maggiore esperienza professionale. e ciò unicamente per una mera questione finanziaria. i cinquantenni costano caro perché i contributi di legge incidono fortemente sui costi, ma il semplice risparmio di qualche franco compensa la perdita di “sapere” generata dalla rinuncia all’assunzione degli ultracinquantenni? occorre assolutamente sedersi coscienziosamente attorno a un tavolo e riflettere sul problema, trovare soluzioni e implementarle in tempi brevi. Qualche timido sforzo, invero, è stato tentato, con il risultato di aver proposto incentivi all’assunzione ai datori di lavoro che, però, comportano procedure molto complesse e poco praticabili e per periodi di impiego troppo corti, mentre serve immediatezza e concretezza. il mio rinnovato auspicio è che i due dipartimenti coinvolti (dss e dfe) comprendano l’urgenza di elaborare una strategia congiunta pensata a sostenere il reinserimento professionale dei disoccupati tardivi.