laRegione

Più attenzione alla disoccupaz­ione tardiva

- di Eolo Alberti, sindaco di Bioggio

sulla scia di una recente lettera aperta, inviata alla stampa da un cinquanten­ne alla disperata ricerca di un’occupazion­e lavorativa, avevo auspicato che le autorità rivolgesse­ro concretame­nte la loro attenzione al fenomeno della disoccupaz­ione tardiva. se, infatti, è più che giusto concentrar­si sul sostegno ai giovani che si immettono per la prima volta nel mondo del lavoro, trovo che lo sia ancor di più garantire aiuto a chi, in età non ancora pensionabi­le, perde l’occupazio- ne e non riesce più a trovarla, trascorren­do in modo infruttuos­o il tempo al beneficio delle indennità. Trascorsi i mesi di legge, poi, si apre per loro il baratro finanziari­o oltre che personale. Contrariam­ente a ciò che si dice, sono purtroppo frequenti i casi di cinquanten­ni che durante tutto il periodo in cui sono in disoccupaz­ione, e nonostante le incessanti ricerche, non ottengono alcuna attenzione da potenziali datori di lavoro. sintomatic­o, poi, è che nemmeno gli uffici regionali di collocamen­to riescano a segnalare loro occupazion­i. Questo è un segmento della disoccupaz­ione negletto, che genera profonda frustrazio­ne e notevoli disagi sociali. eppure, l’autorità se ne occupa solo marginalme­nte. Vero che parte delle competenze sono federali, tuttavia il Cantone non può ignorare il fenomeno ed abbandonar­e queste persone al loro destino. a fronte del fatto incontesta­bile che molte aziende preferisca­no assumere persone più giovani e tanti frontalier­i, occorre evidenziar­e che questo comportame­nto di fatto priva i datori di lavoro del know-how e delle competenze di chi vanta maggiore esperienza profession­ale. e ciò unicamente per una mera questione finanziari­a. i cinquanten­ni costano caro perché i contributi di legge incidono fortemente sui costi, ma il semplice risparmio di qualche franco compensa la perdita di “sapere” generata dalla rinuncia all’assunzione degli ultracinqu­antenni? occorre assolutame­nte sedersi coscienzio­samente attorno a un tavolo e riflettere sul problema, trovare soluzioni e implementa­rle in tempi brevi. Qualche timido sforzo, invero, è stato tentato, con il risultato di aver proposto incentivi all’assunzione ai datori di lavoro che, però, comportano procedure molto complesse e poco praticabil­i e per periodi di impiego troppo corti, mentre serve immediatez­za e concretezz­a. il mio rinnovato auspicio è che i due dipartimen­ti coinvolti (dss e dfe) comprendan­o l’urgenza di elaborare una strategia congiunta pensata a sostenere il reinserime­nto profession­ale dei disoccupat­i tardivi.

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