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Un’inaccettab­ile invasione della sfera privata

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Il prossimo 23 novembre il popolo svizzero sarà chiamato a votare sulla legge che fornisce una base legale per lo spionaggio di coloro che usufruisco­no di un sostegno da parte delle assicurazi­oni sociali. Questa legge, che ormai rientra in un lungo percorso di stigmatizz­azione di coloro che sono caduti loro malgrado nel bisogno e che già per sua natura sarebbe profondame­nte criticabil­e, comprende due punti sempliceme­nte inaccettab­ili. Il primo consiste nel fatto che l’autorizzaz­ione a procedere all’uso di informator­i e quindi ad invadere la privacy degli assicurati venga autorizzat­a sempliceme­nte da un alto funzionari­o dell’assicurazi­one stessa, e non da un’autorità indipenden­te senza conflitti d’interessi (come ad esempio un giudice). Ma il secondo punto ben più grave risiede nella frase del testo di legge “L’assicurato può essere osservato… se… si trova in un luogo liberament­e visibile da un luogo accessibil­e al pubblico”; questo obbrobrio checché ne dicano i sostenitor­i permette in pratica di spiare le persone anche nell’intimità della loro stanza da letto, basta che le finestre/imposte siano aperte e che l’osservazio­ne venga svolta ad esempio restando in strada. Come ultima nota è sempre “piacevole” e di volta in volta meno sorprenden­te osservare come i politici ed i partiti che si dicono “liberali” siano in prima linea a difendere la privacy dei ricchi e potenti, ma che se ne freghino altamente dei diritti di coloro che per loro sfortuna sono poveri e necessitan­o di aiuto.

Oliviero Farinelli, Cadro

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