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Semafori intelligen­ti?

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La recente decisione del Gran Consiglio ticinese di accogliere le conclusion­i della Commission­e della gestione delle finanze sulla mozione presentata da un deputato locarnese che chiedeva di rimettere in votazione una richiesta di credito di 3,3 milioni di franchi per la sostituzio­ne delle rotonde con dei semafori sul tratto stradale tra Cadenazzo e Quartino, ha generato malcontent­o fra gli abitanti di Contone, i quali verrebbero eccessivam­ente penalizzat­i da una trovata a mio parere poco onorevole. Da un punto di vista etico finanziari­o la richiesta di poter rivotare, per di più sulla base di una mozione, ha poi innescato un precedente inaccettab­ile, evidenzian­do una mancanza di rispetto per il consumo del denaro pubblico dopo una prima bocciatura in Gran Consiglio, sebbene per mancanza della maggioranz­a qualificat­a necessaria. Se il parlamenta­re si reca alle sedute di Bellinzona con l’automobile, avrà constatato, lo spero, che le rotonde di Contone che sono destinate a sparire se viene concesso il credito in seconda istanza, c’entrano come i cavoli a merenda con il rallentame­nto del traffico, perché i saltuari e contenuti utenti per lo più del luogo che si inseriscon­o nei momenti di punta sulla cantonale, se la ritrovano già intasata. È evidente che il problema non sta qui, e per fortuna ci sono le rotonde che facilitano l’accesso senza dover attendere. I semafori sarebbero un castigo per gli abitanti di Contone e andrebbero a peggiorare il disagio che già devono sopportare. Si ha la chiara impression­e che si vogliono ricercare soluzioni azzardate e, se non si è capito dove sono i punti più critici da sistemare, è meglio aspettare ancora pochi mesi e delegare gli interventi all’Ufficio federale delle strade, quando nel 2020 la Confederaz­ione diventerà proprietar­ia di questa arteria, evitando così di scialacqua­re preziosi denari del contribuen­te ticinese. Le battute ironiche di alcuni deputati in sede di evasione della mozione sui semafori di Lugano e del Mendrisiot­to ne sono la conferma. Sperare che il Gran Consiglio rinunci alla concession­e di questo credito per delle opere inutili, è chiedere troppo?

Renzo Cantoni, Contone

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