Il pg: non c’è stata corruzione
Archiviazione in vista delle accuse contro gli ex funzionari e i già dirigenti di Argo 1
Archiviazione in vista anche per Sansonetti e Grillo. Ci saranno istanze di risarcimento?
Aperta da John Noseda ed ereditata dal suo successore, Andrea Pagani, quando in luglio ha assunto la carica di procuratore generale, l’inchiesta sui risvolti istituzionali di eventuale rilevanza penale della gestione del controverso mandato ad Argo 1 è praticamente conclusa. E ai principali protagonisti del dossier all’epoca dei fatti – gli allora funzionari del Dipartimento sanità e socialità (Dss) Claudio Blotti e Renato Scheurer, alla testa rispettivamente della Divisione azione sociale e famiglie e dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento, e gli allora dirigenti della ditta di sicurezza Marco Sansonetti e Davide Grillo, il primo responsabile operativo, il secondo amministratore – il pg Pagani prospetta l’abbandono dei reati ipotizzati: corruzione attiva e passiva, concessione e accettazione di vantaggi, infedeltà nella gestione pubblica. Tutti scagionati. Secondo gli inquirenti, non c’è stata alcuna corruzione nella vicenda legata all’incarico attribuito nel 2014 dal Dss – e rinnovato negli anni successivi senza però la necessaria risoluzione governativa – alla Argo 1: la sorveglianza dei centri d’accoglienza degli asilanti. Alle parti – e quindi anche al Consiglio di Stato, costituitosi accusatore privato nel procedimento penale – Pagani ha dato tempo fino all’inizio della prossima settimana (vedi articolo a lato) per inoltrare “eventuali istanze d’assunzione di ulteriori prove”. Entro lunedì 26 i quattro imputati per i quali si profila il proscioglimento dovranno decidere anche se avanzare o meno istanze di risarcimento. In attesa di conoscere l’epilogo delle altre due inchieste inerenti al fascicolo Argo 1, quella della pp Margherita Lanzillo sull’operatività dell’ex agenzia di sicurezza e che vede come principale indagato Sansonetti e quella della pp capo Fiorenza Bergomi per sospetto di riciclaggio a carico di Grillo, ieri il Ministero pubblico ha affidato a un comunicato l’esito della propria indagine sulle “ipotesi di reato di natura corruttiva e contro i doveri di ufficio”. Il pg Pagani, si legge nella nota stampa, “ha prospettato l’emanazione di un decreto di abbandono nei confronti di Claudio Blotti e Renato Scheurer (per le ipotesi di reato di corruzione passiva, accettazione di vantaggi e infedeltà nella gestione pubblica) rispettivamente nei confronti di Marco Sansonetti e Davide Grillo (per il titolo di reato di corruzione attiva e concessione di vantaggi)”. Gli approfondimenti di Pagani hanno portato dunque a escludere pure il reato di infedeltà nella gestione pubblica (articolo 314 del Codice penale). Un illecito ipotizzato anche dall’avvocato e già magistrato inquirente Marco Bertoli, autore della perizia, svolta su incarico del Consiglio di Stato, dalla quale sono emerse alcune disfunzioni sul piano amministrativo concernenti il discusso mandato. Richiamando la giuri-
sprudenza del Tribunale federale, Bertoli aveva ritenuto che vi fosse motivo per verificare l’eventuale esistenza di un danno d’immagine per le istituzioni. Valutando l’elemento soggettivo, il procuratore generale avrebbe però escluso la consapevolezza e la volontà dei funzionari di arrecare un danno d’immagine allo Stato. Ed è pertanto caduto anche
il reato di infedeltà nella gestione pubblica. Se ne saprà di più una volta note le motivazioni dei decreti di abbandono preannunciati da Pagani. Si aspetta intanto il rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’affaire Argo 1. Le conclusioni della Cpi verteranno sugli aspetti amministrativi e politici della vicenda.