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Esercito, gradi e figura di palta!

- Di Matteo Caratti

Cosa significa che il capo dell’esercito ammette ‘errori morali’ e si scusa? Da lui ci attendiamo che rispetti leggi e regolament­i (e li faccia rispettare), mica la morale. Eppure è stato lui a fare questo distinguo in piena bufera spese eccessive. Di cosa si tratta è presto detto. Testate del gruppo Tamedia e ‘La Liberté’, avendo avuto accesso a un rapporto interno, hanno reso note diverse strane/eccessive spese finite sul conto dell’esercito (e dei contribuen­ti), generate da inviti da parte dell’armata alle consorti dei quadri, chiamate a far loro compagnia nel corso di un seminario tenutosi in Vallese. Costi generati da voli in elicottero, cena, pernottame­nto e corso di golf a Crans-Montana. Un’inchiesta amministra­tiva ha però concluso che nessun regolament­o o legge è stato violato. Nonostante ciò è stato adottato un nuovo regolament­o e stabilito (mai dire mai!) che questo genere di spese è incompatib­ile con un uso oculato del denaro pubblico. Benvenuti nel Duemila! Ebbene, domandina facile facile: chi era responsabi­le dell’organizzaz­ione dell’evento che ha visto invitate (a nostre spese) le compagne dei quadri, giunte in loco su un Super Puma (un elicottero – notasi – che costa per un’ora di volo 10’900 franchi)? Risposta: il comandante dell’esercito, Philippe Rebord. Ah…! Altra domandina: il consiglier­e federale Parmelin sapeva? Risposta (fonte Ats): Rebord, interrogat­o, ha affermato che secondo lui Parmelin era al corrente del programma e ha pronunciat­o un discorso in Vallese, davanti ad ufficiali & Co. Capito? Imbarazz tremend imbarazz! Oltre a ciò, avviata l’inchiesta, sono spuntate anche cene innaffiate con alcolici, in particolar­e un festino all’Appenzelle­r Alpenbitte­r del 2014, durante un seminario, alla fine del quale alcuni partecipan­ti non erano nemmeno più in grado di parlare né lavorare il giorno dopo. Serata organizzat­a sempre da alti graduati a spese del contribuen­te, sigari compresi! Orbene: come mai non vi sono regole (tranne un regolament­o appena adottato in fretta e furia!) e neppure codici comportame­ntali che disciplini­no tali situazioni? Qualcuno ha già provato a presen- tarsi sbronzo ad un appello di una scuola reclute o di un corso di ripetizion­e? Manca forse una base legale per punire? Suvvia, come si fa a dire che si tratta solo di ‘errori morali’? A meno che le regole debbano valere per la truppa e non per i quadri. Ma anche se così fosse, simili comportame­nti cozzano in primis con la morale, o meglio l’etica, o le normali regole del ‘buon comportame­nto’ che dovrebbe avere chi porta una divisa, a maggior ragione se graduato. Ci troviamo di fronte alla classica arrampicat­a sui vetri, fatta da un capo dell’esercito che tenta di stare a galla in un caso che lo ha toccato in prima persona e che rischia di sfiorare anche il responsabi­le politico. E quando ci si arrampica sui vetri, spesso si preferisce fare figure di palta, piuttosto che ammettere che si è sbagliato. Figure rimediate appellando­si alla morale, dicendo che – capita la lezione – ora c’è un regolament­o spese che tiene conto dell’evoluzione in corso. Ma evoluzione di che cosa? Forse del fatto che oggi si è più facilmente beccati grazie alla legge sulla trasparenz­a!

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