laRegione

Le due Svizzere

- Di Alberto Nessi, scrittore

C’è un libro che è appena uscito e nessuno se n’è accorto. Ha la copertina di cartone duro

Segue da pagina 13 (...) scoppio di un’autocister­na sull’A14 a Bologna. È per ridurre al minimo il rischio di incidenti come questi che il Ticino si è fatto avanti per promuovere una maggiore sicurezza nelle gallerie stradali e sui passi alpini svizzeri. È dunque con grande soddisfazi­one e sollievo che accolgo la decisione della Commission­e dei trasporti del Consiglio Nazionale di dare luce verde a “Strade più sicure subito”, iniziativa cantonale presentata dal Gran Consiglio ticinese. Partendo da uno spunto molto interessan­te del collega Bruno Storni, il Parlamento ha ritenuto che consentire l’accesso alle gallerie stradali alpine svizzere solo ai mezzi pesanti dotati di sistemi di sicurezza al passo con i tempi costituiss­e un importante passo avanti. Ma non solo. Sposando le modifiche proposte nel mio rapporto, redatto a nome dalla Commission­e della gestione e sottoscrit­to all’unanimità, la limitazion­e del transito ai veicoli pesanti non dotati di avanzati sistemi di sicurezza viene estesa anche alle strade dei passi alpini. È dunque fondamenta­le non attendere la realizzazi­one della seconda canna autostrada­le del San Gottardo per aumentare la sicurezza e che quanto proposto venga esteso a tutte le gallerie stradali e ai passi alpini. La tecnologia per rendere le nostre strade ancora più sicure esiste, una tecnologia affidabile, consolidat­a ed economicam­ente sostenibil­e che permette di salvare vite umane. Questa misura avrà inoltre un impatto positivo su tutta la rete stradale, e non solo su quella alpina, come sottolinea­to dalla Commission­e dei trasporti del Consiglio degli Stati. Penso ad esempio ai veicoli pesanti in entrata da Chiasso che percorrono tutto il Mendrisiot­to, il Luganese e il Sopracener­i, per raggiunger­e destinazio­ni a nord delle Alpi. È doveroso ricordare che per i trasportat­ori locali che percorrono pochi chilometri è prevista una deroga, in modo da non penalizzar­e le aziende ticinesi e svizzere. Ora Berna ha due anni di tempo per attuare l’iniziativa del Canton Ticino, che dimostra così di poter essere d’esempio per il resto del Paese quando sa unire le forze per proporre idee valide e coraggiose!

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