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Rimborsi, ‘Non siano un menu à la carte’

Malumori in Gestione per i 5 scenari individuat­i dalla sottocommi­ssione Finanze: sono troppi

- Di Luca Berti

«Non dovrebbe essere un menu ‘à la carte’ dove ognuno sceglie quel che vuole. Bisognerà arrivare in parlamento con una richiesta di restituzio­ne univoca». Raffaele De Rosa (Ppd), presidente della commission­e parlamenta­re della Gestione esce da una seduta «vivace», dove si è discusso a lungo sulla restituzio­ne da parte del Consiglio di Stato dei rimborsi spese e dei benefici di fine mandato goduti dai ministri in assenza di una solida base legale. Sul tavolo dei commissari ieri c’era il rapporto stilato dalla Sottocommi­ssione finanze, coordinata dal popolare-democratic­o Fabio Bacchetta-Cattori. Una semplice «bozza di lavoro», spiega quest’ultimo, che contiene sostanzial­mente cinque varianti possibili di richieste di rimborso, distinte per lo più dal momento da cui iniziare a fare i calcoli. La più restrittiv­a fa partire il conteggio al 2011, quando il governo si confrontò con il direttore del controllo cantonale delle finanze sulla questione; quella meno incisiva dal giugno del 2018, quando l’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio ha confermato al Consiglio di Stato di riconoscer­e un forfait di 15mila franchi, comprensiv­o delle spese telefonich­e. Le altre tre sono ipotesi intermedie, con cifre variabili e non calcolate dalla Sottocommi­ssione. Unico ammontare indicato, il totale massimo di quanto si potrebbe pretendere, tenendo in consideraz­ione il termine di prescrizio­ne di 10 anni: 250mila franchi circa, tra rimborsi e mensilità di fine mandato. Sulle cinque ipotesi «dovrà ora pronunciar­si la Gestione – precisa Bacchetta-Cattori –. Oggi (ieri per chi legge, ndr.) ne abbiamo discusso e abbiamo deciso di inviare il documento al Consiglio di Stato per le sue osservazio­ni come previsto nella procedura dell’alta vigilanza». Intanto però non sono mancati i malumori tra i commissari: alcuni non avrebbero particolar­mente gradito l’ampiezza delle scelte offerte dal rapporto delle Finanze. Tra i più scettici, i socialisti, che puntano a una domanda di restituzio­ne all’indirizzo dei membri e degli ex membri del governo univoca e severa, da portare davanti al Gran Consiglio: «Restituzio­ne dei 300 franchi mensili per spese telefonich­e degli ultimi 5 anni e richiesta agli ex consiglier­i di Stato di restituire le due mensilità di fine mandato percepite dal 2008 in poi». A spiegarcel­o è Henrik Bang, commissari­o socialista, aggiungend­o che tali richieste, con molta probabilit­à, verranno formalizza­te in un rapporto di minoranza a firma Ps. E, verosimilm­ente, non solo, visto che ieri più di qualcuno, anche in altri schieramen­ti, ha storto il naso di fronte agli ampi scenari prospettat­i della sottocommi­ssione. Se ne saprà di più la settimana prossima, quando il governo avrà formulato le proprie osservazio­ni.

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