laRegione

Beltramine­lli: ‘Sollievo e soddisfazi­one’

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«Sono stati 19 mesi durissimi», ma che con i decreti d’abbandono prospettat­i dal procurator­e generale Andrea Pagani, per quanto riguarda il lato penale, si concludono «con grande sollievo». Paolo Beltramine­lli, direttore del Dipartimen­to sanità e socialità, a colloquio con ‘laRegione’ è sereno e soddisfatt­o. «Il fatto che il Ministero pubblico non abbia rilevato indizi di reati a carico dei collaborat­ori dell’Amministra­zione cantonale è un segnale importante – rileva Beltramine­lli –. Soprattutt­o consideran­do che le ipotesi di reato erano piuttosto gravi». Tanto da far convivere «per molto tempo me con un pregiudizi­o sul piano politico, e i miei collaborat­ori con problemi anche sul piano profession­ale». D’accordo, ma questi decreti d’abbandono non significan­o che tutto abbia funzionato alla perfezione, anzi. «Certo. Io per primo davanti al Gran Consiglio ho ammesso che sono stati commessi degli errori. Il più grande è il non aver portato all’attenzione del governo la risoluzion­e governativ­a necessaria – rammenta il direttore del Dss –. Ma se errori sono stati commessi e ammessi va ricordato anche il contesto». Nel senso che «si stava facendo fronte a una situazione difficile, delicata: in quel periodo c’era una continua pressione sul lato dei richiedent­i l’asilo, che chiedeva un impegno molto grande e scelte rapide». Ad ogni modo, «il fatto che sia stato dimostrato come nessuno dei miei collaborat­ori abbia agito in malafede mi rasserena». Dagli errori però occorre imparare ed è essenziale agire perché non si ripetano. «In tal senso abbiamo fatto tesoro di questa esperienza – osserva Beltramine­lli –. Innanzitut­to oggi c’è più controllo e, quando ci sono dubbi, si portano più documenti in Consiglio di Stato: è infatti aumentato il numero di risoluzion­i governativ­e». Inoltre, perché essenzialm­ente il caso Argo 1 ha coinvolto il Dipartimen­to retto da Beltramine­lli, «ci si è accorti come tutto il settore del sostegno sociale fosse sottodimen­sionato. Aveva un grandissim­o onere di lavoro, e abbiamo potuto ottenere dei potenziame­nti». Prossima alla chiusura una delle questioni penali, resta aperta quella politica. La Commission­e parlamenta­re d’inchiesta entro la fine dell’anno – sembra – produrrà le proprie valutazion­i. Che rischiano di coinvolger­e l’operato di un Beltramine­lli che, comunque, aspetta «con tranquilli­tà» il rapporto della Cpi. E con l’animo, conclude, «di chi si è sempre messo a disposizio­ne, ha sempre risposto a tutte le domande e con la serenità di aver lavorato per anni con dei collaborat­ori onesti».

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TI-PRESS ‘Abbiamo imparato dagli errori’

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