Per ora il Plr ginevrino risparmia Maudet
La sezione cantonale del partito deciderà nella prossima seduta sul caso del consigliere di Stato
Il Plr ginevrino non ha sfiduciato il suo consigliere di Stato Pierre Maudet. Almeno per il momento. Ieri il comitato direttivo cantonale ha infatti discusso per due ore sul controverso viaggio ad Abu Dhabi di Maudet, rinviando qualsiasi decisione in merito alla prossima seduta che è già stata pianificata. Il presidente della sezione cantonale ginevrina del Plr Alexandre de Senarclens si è espresso brevemente davanti ai media al termine della riunione. I membri del comitato direttivo hanno in particolare fatto il punto sul procedimento penale contro Pierre Maudet e sui comitati di sostegno di cui ha beneficiato il consigliere di Stato. «Abbiamo discusso se Maudet debba assumersi la responsabilità, ma abbiamo convenuto che sarebbe affrettato pendere una decisione oggi», ha dichiarato ieri De Senarclens. Il comitato direttivo del Plr ginevrino si riunirà «a breve» per ridiscutere la questione. Nel corso del suo intervento davanti alla sede del partito, il presidente del Plr ginevrino non ha mai utilizzato il termine ‘dimissioni’. E non ha neppure risposto alle domande che gli sono state rivolte dai giornalisti. Anche gli altri membri del comitato direttivo non hanno rilasciato dichiarazioni. Pure Pierre Maudet era presente alla riunione, ma si è allontanato discretamente tre quarti d’ora prima della fine della seduta, uscendo da una porta posteriore per evitare la stampa, che si era appostata munita di telecamere e microfoni davanti all’entrata principale dell’edificio. Il consigliere di Stato Maudet – parzialmente esautorato da alcune cariche – è al momento perseguito penalmente dalla giustizia ginevrina per accettazione di vantaggi. Concretamente, Maudet si era recato con la famiglia e l’allora suo capo di gabinetto Patrick Baud-Lavigne nel novembre 2015 ad Abu Dhabi, invitato dal principe ereditario dell’Emirato arabo, lo sceicco Mohamed Bin Zayed bin Al-Nahyan. Maudet aveva ammesso di non aver detto la verità sulla tipologia e sul finanziamento del viaggio. Si tratta della prima volta che un consigliere di Stato ginevrino in carica è perseguito dalla giustizia.