laRegione

Black Friday, c’è chi dice sì

Alcuni dei negozi del centro città ne farebbero a meno, altri, invece, si adeguano. Ma nessuno rimarrà chiuso come il Bias.

- Di Giacomo Rizza

Pochi lo attendono, alcuni vi si adeguano e qualcuno ne farebbe a meno. Questa in sintesi la visione dei commercian­ti del centro città sull’incombente Black Friday (venerdì 23 novembre), giorno in cui, sulla base dell’usanza statuniten­se, anche a Bellinzona si dà inizio allo shopping prenataliz­io grazie a importanti sconti sui normali prezzi di vendita per uno o più giorni. Un’offerta proposta in particolar­e dalle grandi catene di distribuzi­one. Come riferito ieri della ‘Regione’, Michele Biaggi, titolare del negozio Bias che vende capi e articoli in pelle in piazza Nosetto, venerdì rimarrà chiuso per una «questione di principio e di dignità», ritenendo che ci sarebbero altre possibilit­à per sostenere i negozi locali e che il Black Friday sia una distorsion­e dei consueti saldi di fine stagione. Andando a tastare il terreno nella zona in questione, è emerso che nessuno dei commercian­ti intende seguire la scelta di Biaggi, sebbene alcuni, soprattutt­o i più piccoli e autonomi, non vedano di buon occhio l’incombere dei saldi che le catene proporrann­o in grande quantità. «Sono iniziative che favoriscon­o le grosse attività – ci viene detto nel negozio Il Piccolo Atelier –. Soprattutt­o se fatte su più giorni, vanno a scapito dei commerci più piccoli e con un’affluenza minore. Saremo aperti, per forza. Ma non possiamo e non faremo ulteriori sconti in aggiunta a quelli che ogni tanto già proponiamo». Stessa idea nella boutique Sciaini: «Lo trovo qualcosa di ridicolo. C’è il rischio di creare scontento fra i clienti abituali. Per questo non farò sconti». Oltre a quelli che del Black Friday farebbero a meno, ci sono poi i commerci che si adeguano. «Aderiremo perché lo fanno tutti – affermano al negozio di abbigliame­nto Mc Kenzy –. Da un lato è positivo perché si dà un ‘contentino’ al cliente, potenzialm­ente redditizio. A nostro avviso, però, si dovrebbe porre un tetto massimo del 20% di sconto e fare in modo che l’offerta valga solamente un giorno», e non svariati giorni come faranno i grandi magazzini e altre aziende rinomate attive, per esempio, in campi quali abbigliame­nto, cosmetica, elettronic­a e telefonia. Alcuni commercian­ti non hanno invece ancora deciso se cavalcare la tendenza. All’erborister­ia L’Erbolario non sembra una priorità: «Stiamo ancora valutando. L’anno scorso non avevamo aderito». Indecision­e anche al negozio di abbigliame­nto Artù, di fianco al Bias: «Saremo aperti ma ancora non sappiamo se faremo dei saldi – ci viene detto –. L’anno scorso non ne avevamo fatti e ci sono state persone che, una volta entrate, sono rimaste scontente quando non hanno visto riduzioni». Una volta si attendeva febbraio per togliersi qualche sfizio. Oggi, invece, il segno sul calendario conviene metterlo in particolar­e sul ‘venerdì nero’, ultimo traguardo di una regolament­azione degli sconti ormai inesistent­e durante tutto l’anno.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland